Traduzione di Alessandro Selli dell'originale sito in: http://sdhammika.blogspot.com/2008/07/vegetarianism-iv.html
Tradotto ad agosto 2008
Ultima revisione: 26 gennaio 2009
Il vegetarianismo IV
Venerdì 4 luglio 2008
Alcuni problemi sull'essere vegetariani
Una delle ragioni per cui solo recentemente sono diventato vegetariano
(e ancora adesso non al 100%) è l'ipocrisia e l'incoerenza che ho
osservato tra tanti vegetariani. La coscienza di questo stato di
fatto e l'irritazione che mi causava mi hanno impedito di vedere la
coerenza intelligente e premurosa che il vegetarianismo ha con il
Dhamma. Nel 1996, quando ho visitato Hong Kong e Taiwan, sono
stato in molti monasteri cinesi Mahayana. Ero sempre accolto con
la più grande cortesia ma, inevitabilmente, l'argomento
dell'alimentazione prima o poi affiorava. Com'è tipico dei
vegetariani i miei ospiti erano fissati con il cibo e più o meno
l'unica cosa che sapevano del Theravada è che i theravadin mangiano
carne. Quando mi chiedevano, come prima o poi succedeva sempre,
"Sei vegetariano?", rispondevo con sincerità: "No, non lo sono.
Ma fintanto che sarò qui (Hong Kong o Taiwan), aderirò alla vostra
disciplina". La risposta era spesso accompagnata da una predica
lunga,
solitamente cortese ma alcune volte rimbrottosa, su come non
sia compassionevole mangiare carne. Mentre mi scodinzolavano il
dito davanti alla faccia non riuscivo a non notare come
quasi tutti i miei ospiti vestissero abiti di seta e guarda caso so che
si devono bollire vivi circa 50 bachi da seta per fare un pollice
quadrato [6,5 cm²] di seta. Avevo notato anche come tutte le
bandiere, i pannelli appesi alle pareti ecc. nelle cappelle del
monastero fossero anche loro di seta. Un monaco mi aveva tenuto
la sua predica stando seduto su quello che poteva essere descritto
solamente come un trono, fiancheggiato da due delle più grandi zanne
d'elefante che abbia mai visto, ognuna squisitamente e intricatamente
incisa con rappresentazioni di Kuan Yin e altri bodhisattva.
Entrambe queste zanne erano bianco-crema, segno che il loro
proprietario originale era stato macellato da pochi anni
soltanto. Un'altra cosa che avevo notato erano i mobili.
Potreste già sapere che sul versante orientale di Taiwan corre una
catena di montagne molto alte coperte da fitte foreste di alberi
antichi di estrema magnificenza. Quello che probabilmente non
sapete è che è diventato di moda a Taiwan il farsi fare mobili con il
legno di questi alberi. Un tavolo può consistere in un'enorme
sezione di un tronco dello spessore di un piede [30 cm] mentre le
cinque o sei sedie che lo circondano possono essere state fatte con
sezioni di tronchi più piccoli oppure di grossi rami. Quello che
piace di questo genere di mobilio è la superficie
esterna delle lastre del tronco, spesso nodose, e gli anelli di
accrescimento sulla loro superficie. Non credo ci sia bisogno di
dire che questi mobili sono estremanente costosi, ma i templi Taiwanesi
tendono ad essere molto, molto, molto ricchi e di solito hanno almeno
uno o due arredi di questo genere. Un tempio incredibilmente
sontuoso che ho visitato aveva cinque di tali arredi nella sala degli
ospiti e uno nel vestibolo della stanza di ciascun monaco.
Un'altra cosa di cui non-si-può-fare-a-meno che ho notato in molti
templi sono gli enormi tronchi d'albero contorti e nodosi, a volte
completi di radici, con scolpite raffigurazioni di Bodhidhamma o Kuan
Yin. Nessuno dei monaci vegetariani gung-ho che ho incontrato
sembrava preoccuparsi in alcuna maniera del loro ruolo nella
decimazione delle antiche foreste taiwanesi solo per il possedere tali
begli articoli di lusso completamente inutili e distruttivi.
Ma la cosa di gran lunga peggiore che ho visto a Taiwan è
l'atteggiamento nei confronti degli animali domestici. I
taiwanesi sono occupati nell'assorbire i valori del ceto medio
occidentale ma, come tutti gli inesperti ad un nuovo stile di vita,
non riescono ancora a farlo per bene. Ad esempio,
tutti vogliono un ciuffotto di cucciolotto adorabile, un gattino o un
coniglietto, ma non gli è stato ancora insegnato cosa farne una volta
che ne hanno preso uno. Tre mesi dopo, o quando l'animale è
diventato grande e non è più grazioso, non gli interessa più.
Questo succede in particolar modo con i cani, che sono spesso rinchiusi
in gabbie minuscole. Alcuni di questi cani ingabbiati sono messi
davanti al cancello d'ingresso e così si mettono ad abbaiare ogni volta
che si avvicina qualcuno. Ricordo che una volta andavo con lo
sguardo su e giù per diverse strade e vedevo una di tali gabbie davanti
a quasi tutti gli ingressi e sentivo il loro ospite ululare di noia,
abbaiare di continuo e guaire per avere un po' d'attenzione. E
com'è nelle case dei taiwanesi di ceto medio, così è nei monasteri
taiwanesi. In un tempio ho visto due alsaziani chiusi a chiave in
una gabbia a malapena grande abbastanza perché potessero girarsi su se
stessi e nelle tre settimane che sono rimasto in questo tempio non ne
sono mai stati lasciati uscire una volta. Peggio ancora, l'abate
di questo tempio, un uomo piuttosto formidabile, è molto noto per
essere un vociferante alfiere alla crociata per il, come potete
indovinare, vegetarianismo di stretta osservanza: niente latte, né
prodotti animali di alcun tipo. Entrambi questi alsaziani
soffrivano di una grave forma di rachitismo perché, essendo lui un
vegetariano, l'abate aveva imposto il suo feticismo ai suoi cani quando
erano ancora dei cuccioli rifiutandosi di nutrirli con latte o carne, e
adesso
le loro zampe erano tutte storte e curve. Questo detto, devo dire
di essere rimasto generalmente molto colpito dal vigore del buddhismo a
Taiwan e che il paese ha un movimento attivo per i diritti degli
animali. Il mio problema era solamente con il vegetarianismo
buddhista.
Devo dire che un buon numero dei vegetariani che ho incontrato
soffrono di un simile squilibrio: sono quasi ossessionati dalla carne e
dal suo consumo ma non mostrano praticamente alcun interesse per
qualsiasi altro genere di crudeltà nei confronti degli animali o
dell'ambiente di cui hanno bisogno per vivere. Per molta gente il
solo non mangiare carne è sufficiente, mentre da un punto di vista
buddhista non basta. Si può essere un vegetariano scrupoloso ed
essere sconsiderati, scortesi e indifferenti nei riguardi degli altri
esseri. Il vegetarianismo è una buona cosa, ma se non procede
mano nella mano con una considerazione compassionevole per tutti gli
esseri umani e la vita animale diventa soltanto un'altro capriccio
modaiolo alimentare.
Questo tema non è ancora stato trattato esaustivamente e perciò
ci tornerò ancora sopra domani.
Inviato da Shravasti
Dhammika alle 12:18 AM
I diritti d'autore sono detenuti dall'Autore dell'originale.
I diritti della traduzione in italiano sono del traduttore.
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