In basso è disponibile anche
l'articolo: "I
bambini perduti del Buddha"
Traduzione
di Alessandro Selli
dell'articolo pubblicato su: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=9,6101,0,0,1,0
Il monaco che colpisce duro
Di WONG KIM HOH, The Buddhist Channel, 24 marzo 2008
Phra Kru Ba Neua Chai salva
orfani abbandonati e gli insegna la muay
thai (Thai kick boxing)
Chiang Rai,
Thailandia — Appare
con un fisico imponente: di bell'aspetto nonostante la testa e le
sopracciglia rasate, di corporatura massiccia, corpo pesantemente
tatuato, avvolto nel bordeaux cupo dei panni monastici.
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Phra Kru Ba
Neua Chai è stato un lottatore formidabile di muay thai prima di
farsi ordinare monaco e di fondare il Monastero del Cavallo d'Oro,
vicino al confine tra la Thailandia e il Myanmar. Qui tenta di
procurare un futuro più brillante ai bambini poveri del
Triangolo d'Oro |
Una fila di perle nere
gigantesche gli pendono
dal collo fino alle ginocchia, mentre un ankus antico (un gancio usato
per condurre gli elefanti) e una frusta equestre cinese spuntano da una
sacca a tracolla sulle spalle.
Prima di diventare monaco Phra Kru Ba Neua Chai, 45 anni, era un
lottatore formidabile di muay thai che ha perso solo tre incontri nella
sua carriera quindicennale di lottatore professionista di
pugilato. Ha
anche studiato legge all'Università Ramkhamkheng di Bangkok, ed
è stato sposato con una commerciante di minuterie con cui ha
avuto tre figli.
Ma nel 1980 ha rinunciato a tutto, si è fatto ordinare
monaco e ha fondato il monastero del Cavallo d'Oro, annidato sulle
colline ammantate dalla nebbia a nord di Chiang Rai, vicino il confine
tra la Thailandia e il Myanmar.
Negli ultimi 17 anni quest'uomo carismatico ha dedicato la sua
vita alla diffusione del Dharma. Ha trasformato quella che una
volta era una foresta secca e disabitata in un'area dedicata alla
salvaguardia [botanico-faunistica] con recinti e pollai per dozzine di
cavalli thailandesi e magnifici galli da combattimento.
È anche diventata casa per numerosi ragazzini da diverse
tribù delle colline che sono rimasti orfani, abbandonati o senza
casa a causa degli spietati guerriglieri narcotrafficanti che
contrabbandano eroina, oppio e metanfetamine nell'area, conosciuta nel
mondo come il Triangolo d'Oro.
Nel monastero questi ragazzi sono ordinati come monaci novizi e
imparano a leggere e a scrivere. L'abate gli insegna anche le
scritture buddhiste, a cavalcare e la muay thai.
Di persona Phra Kru Ba Neua Chai emette una calma
beatifica. Gli ospiti e i piccoli monaci chinano rispettosamente
la testa quando passa nell'area del tempio; persino i bastardini gli
trotterellano ubbidientemente accanto e si siedono pazientemente ogni
volta che si ferma.
Seduto nella posizione del loto su un grosso macigno dove una
volta meditò per 15 giorni, riceve le domande sulla sua vita con
l'aiuto di un traduttore. I suoi genitori, contadini, avevano
avuto cinque figli, nessuno dei quali visse a lungo, prima della sua
nascita. Ricevette il nome Samer Jaipinta e fu un bambino
difficile nei suoi primi tre mesi di vita.
"Non c'era verso di farmi smettere di piangere. I miei
genitori consultarono un astrologo che disse che non ero un bambino
normale e che avevo bisogno di un elefante e di un cavallo che mi
facessero da guardiani", dice.
Ma erano troppo poveri per acquistare questi animali, e
così suo padre li disegnò sulla parete sopra la porta
d'ingresso principale di casa. Il bambino - cui fu dato anche un
ankus e una frusta equestre che porta ancora con se - non pianse
più. Più tardi i suoi genitori si diedero ad
un'attività nella quale macellavano le galline per il villaggio,
cosa che il ragazzo trovò scioccante.
"Le liberavo fino al punto in cui mio padre mi mise seduto e mi
disse che doveva farlo. Altrimenti gli abitanti del villaggio
avrebbero fatto la fame" dice.
Una pausa dalla macellazione fu possibile quando suo padre
iniziò ad allevare galli da combattimento e gli fu così
affidato il compito di ingaggiarli nei combattimenti.
"Vincevano sempre, e così mi guadagnavo la paga e non
dovevo più macellare polli."
bambini del Monastero del Cavallo
d'Oro >> |
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Sorride alla domanda se il combattimento di galli non sia uno
sport crudele. "Sono guerrieri nati. Sono nati per
combattere e combatterebbero in ogni caso.
"Come queste creature, dobbiamo tutti combattere - per la
libertà, per l'indipendenza, per essere quello che vogliamo
essere. Sono i migliori maestri di pugilato che si può
avere. Non usano attrezzi, si impara molto solamente osservando
come si muovono."
Ha iniziato la muay thai all'età di 13 anni diventando
molto bravo nella pratica. Tra i 14 e i 29 anni era noto come
Samerjai e ha partecipato a centinaia di incontri di muay thai alle
fiere dei templi e negli stadi. In questo periodo frequentava
anche l'università di Ramkhamkheng e si sposò. I
suoi due figli vanno ancora a fargli delle visite di tanto in
tanto. Suo figlio, di 21 anni, fa il soldato e il pugile alle
nazionali. Sua figlia, di 19 anni, anche lei nel mondo della muay
thai,
è una matricola all'università di agricoltura di Chiang
Rai.
Pur non essendoci stati crisi rilevanti nel corso della sua
vita, era perseguitato dal problema della sofferenza umana.
"Forse ero predestinato allo studio della legge così che
potessi confrontare le leggi dell'uomo con le leggi del karma" dice.
Una visita al dipartimento forense dell'università gli
fece riflettere sulla sua vita.
"Avessi altri 40 anni di vita, trascorrerei 20 anni a dormire e
altri 10 a lavorare, mangiare e intrattenere rapporti sociali. Se
avrò fortuna, vivrò bene il resto della mia vita.
Altrimenti la mia vita sarà stata uno spreco enorme."
A 29 anni disse alla donna che era stata sua moglie per otto
anni che voleva essere ordinato. Partì per Chiang Rai,
dove si sedette su un macigno nella foresta per 15 giorni. Le api
arrivarono a coprire il suo corpo.
"Era come se fossero i miei maestri. Ogni volta che
perdevo la concentrazione mi pungevano."
Per dimostrare di essere rinato per dedicare la sua vita al
Buddha, diversi monaci trascorsero quattro giorni e quattro notti a
tatuargli il corpo con frasi delle scritture ad indicare che non
rinuncerà mai ai suoi voti.
Disse alla moglie d'aver trovato pace e distacco dai desideri
terreni e che tutti e due avrebbero dovuto iniziare una vita nuova.
Presto si sparse la notizia e la gente veniva da lui per
ascoltare i suoi insegnamenti e per trovare soluzioni ai loro problemi.
Quelli che traevano beneficio dai suoi consigli tornavano con
delle offerte. Uno gli diede un cavallo, che usò per
andare nei villaggi vicini a costruire nuovi templi e per fare visita
ai malati.
Ci sono più di cento cavalli al tempio. Kru Ba
insegna ai suoi monaci novizi come prendersi cura degli animali e, nel
frattempo, gl'impartisce valori quali la responsabilità e la
lealtà.
Però altri devoti gli offrivano denaro per costruire dei
grandi templi.
"I monaci non hanno bisogno di denaro, e neanche possiamo fare
debiti" dice.
Gli offerse delle alternative: "Perché non sostenere gli
orfani aiutandoli a cavarsela da soli? Perché non li usate
per costruire scuole dove possano ricevere un'istruzione?
Perché non li usate per i salari dei maestri che insegnino a
questi bambini?"
Il suo lavoro gli ha valso il sostegno dell'esercito
thailandese. Si è anche conquistato l'approvazione di un
riverito monaco anziano di Bangkok che lo ha incoraggiato ad aiutare le
tribù delle colline. La guerra tra i vari boss della droga
ha seminato nella sua scia una quantità di problemi quali la
dipendenza dalle droghe, i rapimenti e la prostituzione.
Dal suo cavallo Kru Ba - tra le altre cose - dice agli abitanti
dei villaggi di piantare verdure invece della droga e di portare al suo
monastero i ragazzi in crisi di dipendenza per aiutarli a venirne fuori.
È diventato un nemico dei baroni della droga, che hanno
tentato di ucciderlo. Si è difeso contro gli aggressori
con le sue arti di muay thai e si è salvato da un grave
tentativo di avvelenamento con la meditazione.
Crede di aver evitato la morte perché il suo lavoro non
è ancora finito. Mi ha mostrato due fori di proiettile
nella capanna dove dorme.
"Avevano infilato le canne delle loro armi nei fori, ma quando
hanno premuto i grilletti le armi si sono inceppate."
Oggi ha la protezione dell'esercito thailandese.
"Diventano molto nervosi quando medito perché a volte lo faccio
per sei ore di fila" dice ridendo.
Kru Ba raggiunge il culmine della felicità quando
medita. "In quei momenti sono distaccato da tutto e restituisco
energia alla natura. Niente ci appartiene, nemmeno i nostri
corpi."
È noto per le sveglie che da ai suoi circa 20 ospiti -
che hanno tra i quattro e i 17 anni - prima dell'alba, per insegnargli
come trovare la pace e la calma nella loro psiche.
Alla domanda se si aspetta che i suoi ospiti diventino monaci
pienamente ordinati, l'abate dice: "È il loro proprio
karma. Questo tempio è la loro università di
vita. Cerco di insegnargli a capire la vita, perché se non
la capiscono soffriranno."
Nonostante abbia abbandonato il quadrato molti anni fa, Kru Ba
si allena ancora al pugilato thailandese tutti i giorni.
"Il pugilato per me è meditazione. Mi aiuta a
trovare la pace e la calma. È il cibo della mia mente, e
quando la mia mente [ne] è piena, mi sento libero.
"Se dai cibo alla tua mente, ottieni la pace. Ma se dai
cibo solamente al tuo corpo, t'ingrassi e basta" dice, ridendo forte.
Molta gente che viene a vederlo vuole trovare pace e
felicità. Lui sorride e dice gentilmente: "In molti
cercano la pace e la felicità. Forse dovrebbero prima cercare di
ottenere un qualche grado di comprensione. È impossibile
per tutta l'umanità capire una sola persona. Perché
non cerchiamo noi di capire tutti invece, a partire da noi stessi?"
Fonte: The
Straits Times, Singapore / Asia News Network
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Un altro
articolo presenta un
documentario sul personaggio e l'opera di Phra Kru Ba Neua
Chai Kositto:
http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=12,7061,0,0,1,0
Come sono stati trovati "I bambini perduti del Buddha"
Singapore --
Come recita il sottotitolo de "I bambini perduti del Buddha" [Buddha's
Lost Children] (BPB), è veramente "una storia vera di
compassione e di duro amore" che toglie il fiato. BPB è un
documentario che ha vinto numerosi premi su come un monaco coraggioso e
generoso (l'abate Khru Bah Neua Chai Kositto) ricopra il ruolo di padre
surrogato e spirituale di bambini orfani, abbandonati e svantaggiati.
È veramente un resoconto vibrante di vita sul come
la bontà e la sincerità possano fiorire in un mondo che
sembra a volte troppo aspro e austero.
BPB è un'analisi di quello che è
probabilmente il miglior esempio di opera sociale creativa buddhista in
azione, condotta con una disponibilità di risorse materiali
minima. Di mezzi abili però ce n'è
abbondanza. A capo del
Monastero del Cavallo d'Oro in Thailandia, vicino al confine con il
famigerato Triangolo d'Oro, l'abate Khru Bah fa da guida spirituale e
da
mediatore per circa venti villaggi, la maggior parte dei quali sono
isolati e impoveriti dalla lunga associazione con il traffico di droga
dell'area. La missione di cui s'è fatto volontariamente
carico
è di intraprendere la rischiosa ma nobile impresa di assicurare
la presenza del Dharma in quest'area.
Il suo monastero fa da casa per circa 120 cavalli salvati
dalla macellazione. Se ne prende cura con tale meticolosa
compassione
dal giungere a ritardare un lungo viaggio a cavallo verso un villaggio
distante per poter dare conforto spirituale e per medicare un cavallo
ferito. L'abate insegna così ai suoi monaci novizi
l'importanza
dell'amore per tutti gli esseri. Nelle sue parole: "Prendersi
cura del
proprio cavallo è come guardarsi allo specchio. Prendersi
cura
del proprio cavallo è importante quanto il prendersi cura di se
stessi."
I cavalli e i bambini sviluppano una relazione simbiotica
e interdipendente, è come insegnassero gli uni agli altri il
valore della pazienza, della gratitudine e della
communità.
È come se i cavalli siano diventati un'estenzione di loro
stessi, di cui si
prendono cura senza attaccamento egoismo. I monaci sviluppano
anche una relazione
simbiotica con gli abitanti dei villaggi, alcuni dei quali gli offrono
come elemosina cibo e altro di cui necessitano. Senza alcuna
intenzione
di accumulare e dimostrando solamente quella di condividere, è
profondamente commovente vedere questi stessi monaci distribuire quanto
hanno ricevuto in eccesso con gli abitanti dei villaggi più
poveri.
Nonostante l'abate usi metodi non convenzionali per
insegnare l'arte di vivere ai bambini, si dimostra profondamente umano,
incline al perdono e all'umorismo e persino eroico. Uno dei
metodi che
usa è di considerare il tatuaggio una prova spirituale per quei
novizi che sono disponibili ad affrontarlo. "Il tatuarsi è
una
prova per vedere se si è capaci di portare la propria mente
fuori del proprio corpo. Se la mente rimane nel corpo farà
molto
male." E così impartisce le proprie benedizioni ad un
novizio
che ha completato un tatuaggio raffigurante una tigre sul proprio
petto: "Che tu possa essere una persona buona e tenere fede
agl'insegnamenti del Buddha. Che tu sia coraggioso e forte, come
una
tigre. E possa la tua vita essere forte, con un cuore
sincero. Che tu
possa avere tenacia, autorità e onore. Che tu possa
condurre una
vita piena e felice."
L'abate è stato campione di Muay Thai, una forma
locale di pugilato con degli aspetti di spiritualità, che ha
rinunciato alla vita mondana per percorrere il sentiero
spirituale.
Usando la sua valente esperienza rimuovendo l'aggressività
dall'esercizio dell'arte, addestra i novizi alla Muay Thai intesa come
un modo divertente di esercitarsi e impratichirsi nell'autodifesa
(vista la pericolosità dell'area in cui vivono). Infonde
anche
un senso di umiltà, fiducia in se stessi, indipendenza,
attitudine al comando e al fare affidamento su di se. La
meditazione
è usata anche per l'istruzione e la riabilitazione di quelli che
stanno abbandonando la loro dipendenza dalla droga.
Mentre i novizi vedono nell'abate il loro esempio da
emulare, lui vede nel Buddha il proprio esempio. È
importante ricordare che il Buddha era anche un educatore, che usava il
Dharma insieme a diversi mezzi abili per condurre gli esseri alla
liberazione dalla sofferenza. Anche lui parlava del bisogno non
solo
del Dharma, ma anche del soccorso umanitario. È
realisticamente
difficile che un affamato digerisca il Dharma!
L'abate adesso spera che il monastero possa avere una fonte di
finanziamento più stabile per costruire scuole e per poter
assumere insegnanti e coadiutori a tempo pieno. Per avere
informazioni
su come si possa supportare la causa del Monastero del Cavallo d'Oro
visitate pure il sito http://www.BuddhasLostChildren.com,
dove si trova in vendita il DVD, il libro e anche un CD audio con la
colonna sonora di BPB.
Ultima modifica: 04
ottobre 2008
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I diritti d'autore sono detenuti dall'Autore dell'originale.
I diritti della traduzione in italiano sono del traduttore.
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