Originalmente inviato su: news:it.cultura.religioni.buddhismo
Data: sab 24 gen 2009 18:41:43 +0100
Oggetto: Il monachesimo femminile
ID-messaggio: <6u126kFd3sc7U1@mid.individual.net>
Versione riedita, corretta ed ampliata, con il sunto dell'articolo del venerabile Analayo tradotto integralmente.
Ultima modifica: 22 luglio 2009
Qualche giorno fa stavo leggendo il libro "Buddhism in Sri Lanka"
del dott. Kanai Lal Hazra, quando mi sono soffermato su queste righe
(pagg. 120-1):
«Durante il regno di
Aggabodhi I (568-601 dC) dodici
celebri poeti scrissero opere poetiche in lingua
singalese. Il Nikāyasangraha89
elenca
i nomi di
[questi] dodici poeti, ossia: Sakdamala, Asakdāmala,
Damī, Bābiri, Dalabiso, Kitsiri-kumaru,
Puravaḍu-Kumaru, Sūriyabāhu e Kaupkoṭa-āpā. Tutti i
nomi indicano che fossero dei laici. Neanche una
sola opera di questi poeti ci è giunta, fin'ora.
Nello Sri Lanka c'erano monache colte e attive
nell'istruzione. Per cui, l'educazione delle donne
non era molto arretrata confronto a quella degli uomini.
[...] Si può far notare a questo punto che tra i dodici
poeti prima elencati ce n'è uno di nome Dalabiso. Con
ogni probabilità, questo era il nome di una donna.»
Nota 89: History of
Buddhism in Ceylon, Walpola
Rahula,
299; Nikāyasangrahaya,
15. ritorno
Questo mi ha fatto di nuovo
pensare a quella che è stata nella storia
delle varie civiltà la condizione femminile, e dopo un certo tempo così
trascorso, pensando in particolare a qual'è stato il rapporto del
buddhismo con le donne in generale e con le monache in particolare, mi
è tornato alla mente un altro brano letto mesi fa. Volendolo finalmente
tradurre per sottoporlo alla vostra attenzione, l'ho cercato nel sito
dove l'avevo letto, quello che raccoglie i documenti relativi al "Congresso
internazionale sul ruolo delle
donne buddhiste nel sangha, bhikshuni vinaya e i lignaggi di ordinazione"
(Università di Amburgo,
luglio 2007). Vi ho allora letto anche quest'altro articolo
moolto
interessante. Ho allora deciso di tradurveli tutti e due, che il
loro
contenuto ritengo debba cambiare fortemente le idee di molti sia su
come il Buddha Sakyamuni stimasse le donne, sia su che genere di
persone tennero il primo concilio di Rajagaha, capitanato da
Mahākassapa, una figura che merita di essere trattata separatamente.
Questo messaggio finirà, dopo una
certa ripulitura, nel solito sito, e
sarà disponibile alla URL http://alessandro.route-add.net/Testi/Dhammico/monachesimo_femminile.html
http://www.congress-on-buddhist-women.org/index.php?id=45
Sunto: Le quattro assemblee1
e la
fondazione dell'ordine delle
monache
di Analayo
Secondo il resoconto della fondazione dell'ordine delle monache,
che si trova con alcune variazioni nei diversi Vinaya
[i testi canonici di disciplina monastica,
NdT] che ci sono
giunti in lingua cinese, pāli, sanscrito e tibetano, il Buddha era
piuttosto esitante quando permise alle donne di "
andare oltre2",
e fu persuaso a farlo dal suo monaco, discepolo e attendente Ānanda
solo dopo le sue numerose suppliche. Il Buddha non solo non
avrebbe avuto intenzione di istituire l'ordine delle monache, ma
avrebbe persino
espresso la predizione che questo passo avrebbe fatto durare il
suo insegnamento per soli cinquecento anni.
Questa esitazione e predizione hanno avuto e ancora hanno un
effetto piuttosto negativo sulla percezione che si ha dell'ordine delle
monache e costituisce perciò uno dei fattori che hanno contribuito a
rendere tanto difficile la creazione di un ordine di monache in quelle
tradizioni dove l'ordinazione delle
bhiksuni
attualmente non esiste.
Un'esame accurato del resoconto della fondazione dell'ordine
delle monache porta alla luce diverse inconsistenze. Come è già
stato
fatto notare da altri studiosi, le otto regole speciali
3 che secondo questo resoconto furono
imposte come condizioni preliminari per la fondazione dell'ordine delle
monache presuppongono che un sangha delle bhiksuni già esista, così
che, nella forma in cui ci sono giunte, queste otto regole possono solo
essere state formulate in
un'epoca in cui le monache già esistevano. Alcuni brani canonici
infatti fanno cenno al genere di ordinazione "
ehi bhikkuni" ["
vieni, monaca", NdT] per le
monache, il che indica che nelle prime fasi della storia
dell'ordine buddhista le monache erano ordinate con questa semplice
formula, invece che con la procedura delle otto regole speciali.
Un altro problema è di ordine cronologico, ed è un problema che,
da quanto so, non è stato notato da altri studiosi. Secondo
quanto è
possibile apprendere dalle fonti, la fondazione dell'ordine delle
monache avrebbe avuto luogo nel 5º o 6º anno dell'insegnamento del
Buddha. Un'esame più approfondito delle fonti canoniche porta
alla
luce il fatto che allora, in questa prima fase, Ānanda non era ancora
diventato l'attendente del Buddha, anzi, non si era ancora neanche
fatto monaco. Questo rende impossibile che lui si sia prestato a
fungere da intermediario così come diversi Vinaya tramandano abbia
fatto.
In aggiunta a queste incongruenze interne il resoconto della
fondazione dell'ordine delle monache non concorda neanche con quanto si
rileva in altri discorsi canonici riguardo l'atteggiamento del Buddha
nei confronti delle monache e il ruolo che il bhiksuni sangha ha
ricoperto nel primo buddhismo. Particolarmente degno di nota è un
brano contenuto nelle versioni cinese, pāli, sanscrita e tibetana del
Mahāparinirvana sutra, in cui è chiaro come appena dopo il suo
risveglio il Buddha doveva aver già deciso di fondare l'ordine delle
monache, perché secondo questo testo egli disse a Māra
[il dio della morte, NdT] che non
sarebbe
trapassato fintanto che le sue discepole monache non fossero state ben
stabilite e addestrate. Questo brano contraddice palesemente
l'esitazione nel fondare l'ordine delle monache che il resoconto del
Vinaya di cui sopra attribuisce al Buddha.
Il Mahāparinirvana sutra non è l'unico tale caso, infatti in un
bel numero di discorsi è chiaro come l'ordine delle monache, quale una
delle quattro assemblee
, era
una parte integrante del primo
buddhismo. Il Mahāvacchagotta sutta del canone pāli e il suo
analogo nel Madhyama Āgama, ad esempio, mette con decisione in risalto
il fatto che l'esistenza di praticanti che hanno adempiuto la via in
ciascuna di queste assemblee è quello che rende l'insegnamento del
Buddha «completo» sotto ogni punto di vista. Tanto questo esempio
come altri rendono chiaro come, senza un ordine delle monache, la
trasmissione del Dharma sia incompleta e manchi una parte essenziale
della sua vita interiore. In considerazione di questo brano,
preservato da diverse scuole del primo buddhismo, diventa evidente come
il resoconto della fondazione dell'ordine delle monache non solo soffra
di incongruenze interne, ma anche contraddice direttamente altri brani
canonici.
Tra l'altro, la predizione fornita da questo resoconto,
diversamente da tante altre attribuite al Buddha in diversi sutra, non
si avverò. Da testimonianze archeologiche sappiamo che persino
nel 3º e 4º secolo le monache partecipavano attivamente al buddhismo
indiano, così che loro, come pure il Dharma, erano ancora floride ben
oltre il periodo di cinquecento anni previsto dai Vinaya.
Insomma, tenendo conto di una dichiarazione che non si avverò e
di un'esitazione che è direttamente contraddetta da altre fonti
canoniche, sembra più probabile che il Buddha vedesse con favore la
fondazione dell'ordine delle monache e che il resoconto del Vinaya
della sua fondazione, a causa di qualche problema
di trasmissione, non riflette accuratamente la situazione reale.
Contrariamente all'impressione negativa creata dal resoconto
della fondazione dell'ordine delle monache nei diversi Vinaya, le
testimonianze delle altre fonti canoniche indicano che per la
continuità e la crescita del Dharma sia necessaria ciascuna delle
quattro assemblee. Da ciò ne consegue che si debba compiere ogni
sforzo possibile per assicurasi che la fondazione di un ordine di
monache in ciascuna delle diverse tradizioni buddhiste giunga a
costituire la condizione ideale per la crescita e la diffusione del
Dharma nel mondo moderno.
Biografia di Analayo
Analayo è nato in Germania nel 1962 ed è stato ordinato nello Sri Lanka
nel 1995, dove nel 2000 ha completato un PhD sulla presenza mentale
all'Università di Peradeniya (pubblicata da Windhorse nel Regno Unito).
Al momento è all'Università di Marburg, dove ha appena completato un
progetto di ricerca che confronta i discorsi del Majjhima Nikāya con i
loro corrispondenti in cinese, sanscrito e tibetano. Scrive anche con
regolarità per L'Enciclopedia del Buddhismo e insegna meditazione nello
Sri Lanka.
Ed eccovi l'articolo che
cercavo per primo. Tenetevi
pronti per un resoconto di intrighi, tradimenti, voltafaccia e
cospirazioni, lotte politiche condotte in nome della "purezza" subito
dopo la scomparsa del Grande Asceta. Il tutto condotto sotto
l'ombra sinistra del Signore dell'Ortodossia, il Duro Asceta, il
bhikkhu di roccia Mahākassapa.
Purtroppo l'articolo sul
sito ha il solo scopo di presentare
l'intervento di Mettanando Bhikkhu al Congresso, non c'è on line una
trascrizione completa del suo intervento. Ma spero di entrarne
presto in possesso, che questo antipasto ha grandemente stuzzicato il
mio appetito.
Mettanando Bhikkhu (che credo sia
anche l'autore del famoso saggio
sulla morte del Buddha, disponibile in traduzione su http:/alessandro.route-add.net/Testi/Dhammico/la_morte_del_Buddha.html)
fa delle affermazioni gravi e molto sorprendenti, considerata
anche la tradizionale e profondissima venerazione dei thailandesi
per i monaci dei tempi antichi, specialmente per quelli che hanno i
loro nomi legati ad eventi così importanti quali quelli della vita del
Buddha e dei primi concili dell'ordine. Ma non si può certo dire
che sia un monaco ignorante e sprovveduto, facile all'abbaglio, alla
falsa opinione o ai tentativi di mettersi sotto i riflettori per farsi
pubblicità sparando dichiarazioni scioccanti ma gratuite e
infondate. Traduco infatti, in coda all'articolo, anche la sua
biografia, di tutto rispetto e anzi ammirevole.
Ciao, buona riflessione tutti.
http://www.congress-on-buddhist-women.org/index.php?id=115
Sunto: Il primo concilio e la soppressione dell'ordine delle
bhikkhuni
Di Mettanando Bhikkhu
Il primo concilio buddhista è stato anche l'origine della
letteratura canonica buddhista, il Tipitaka. I dettagli del
concilio sono descritti in una sezione del codice monastico per i
monaci e per le monache buddhiste. La natura del primo concilio a
Rajagaha non era però quello che si sostiene, ossia di canonizzare le
parole del Buddha per impedire la corruzione e la decadenza futura
della religione buddhista, ma fu [piuttosto] quello di [tentare di]
sopprimere [l'ordine del]le monache che stavano promuovendo il
buddhismo attivamente e con successo.
Dal concilio emersero le Otto Regole di Forte
Impegno
3 che ciascun membro dell'ordine delle
monache doveva seguire per il resto della sua vita. Seguendo
queste regole, che sono fortemente discriminatorie nei confronti delle
donne, l'ordine delle monache si indebolì, fino a condurre alla
decadenza e alla distruzione del buddhismo in India. Confrontando
un certo numero di testi giainisti e i
Libri della Legge degli hindu e
diverse sezioni dei canoni buddhisti, si è scoperto che la sezione
delle Otto Regole di Forte Impegno
(garudhamma), nel mito dell'origine dell'ordine delle monache, è in
realtà un'interpolazione che ha avuto luogo poco dopo il trapasso del
Buddha.
I membri del primo concilio, per quanto venerati come santi,
erano fedeli seguaci delle leggi brahmaniche piuttosto che mendicanti
buddhisti ed erano insoddisfatti dell'amministrazione del
Buddha che permetteva alle donne di essere ordinate alla pari degli
uomini. Per cui il vero intento del primo concilio non era la
conservazione e la protezione degl'insegnamenti del Buddha, come la
tradizione sostiene, ma era di marginalizzare le monache.
Biografia del dott. Mettanando Bhikkhu
Il venerabile dott. Mettanando Bhikkhu è un monaco di grande rilievo in
Thailandia e all'estero. È in possesso di due titoli accademici
dell'Università Chulalongkorn di Bangkok, ottenuti prima della sua
ordinazione. È stato il primo monaco a laurearsi all'Università
di Oxford, dove ha conseguito anche il Premio Boden per il
Sanscrito. È anche stato il primo monaco thailandese a laurearsi
alla Harvard Divinity School. Il suo ultimo titolo è un Ph.D.
conseguito all'Università di Hamburg, in Germania.
Il venerabile è Consigliere Speciale del Segretario Generale delle
Religioni per la Pace, (WCRP), e il Principale Rappresentante dello
WCRP presso le Nazioni Unite (ESCAP) a Bangkok. Ha scritto
diversi libri in thailandese e in inglese per esporre un nuovo metodo
di
interpretazione del canone buddhista, nonché novelle, testi drammatici
e più di cento programmi televisivi trasmessi in Thailandia per
promuovere l'etica sociale. È un prolifico scrittore nei giornali
in lingua inglese e thai riguardo i problemi dell'etica sociale;
insegna anche buddhismo all'Università dell'Assunzione e al Centro per
gli Studi Thai all'Università Chulalongkorn ed è membro del Comitato di
Etica della Facoltà di Medicina alla stessa università e alla Facoltà
di Medicina dell'Università di Konkaen.
Attualmente è Presidente del Pannello dei Consiglieri della
The Hospice Foundation of Thailand,
che è la rete nazionale dei centri di hospice e per le cure palliative
della Thailandia, e istruttore di meditazione al famoso Chivasom
International Health Resort, Hua Hin, Thailandia.
Nota 1: Le
quattro assemblee della
società buddhista sono:
- i bhikkhu, i monaci;
- le bhikkhuni, le
monache;
- gli upasaka, i laici;
- le upasika, le laiche. ritorno
Nota 2: Pabbajja,
con questo termine della lingua canonica pāli, tradotto usualmente con
"
andare oltre", si indica nel
buddhismo theravāda l'ingresso di una persona nella comunità mendicante
buddhista, ossia l'abbandono della casa per la vita dei "
senza casa", primo passo verso il
monachesimo buddhista.
ritorno
Nota 3: Le
otto regole cui si fa cenno nel testo,
le
garudhamma, sono:
- Una bhikkhuni che è stata pienamente ordinata anche per più di
cento anni deve inchinarsi, alzarsi dal suo seggio, salutare con le
mani giunte davanti al capo ed eseguire quando si deve in forma di
rispetto nei confronti di un bhikkhu anche se questi è stato pienamente
ordinato solo per un giorno. Questa regola deve essere seguita,
rispettata, riverita, venerata e mai trasgredita per tutta la vita.
- Una bhikkhuni non deve trascorrere il ritiro della stagione delle
piogge in una residenza [monastero]
dove non c'è nessun bhikkhu...
- Ogni mezzo mese una bhikkhuni deve fare richiesta di due cose al
Bhikkhu Sangha: deve chiedere la data del giorno di uposatha [la
cerimonia della confessione delle trasgressioni alla regola monastica,
NdT]
e giungervi per ricevere un'esortazione ...
- Alla fine della residenza della stagione delle piogge una
bhikkhuni deve sollecitare critiche sia dal Bhikkhu Sangha che dal
Bhikkhuni Sangha per qualsiasi di queste tre faccende: quello che hanno
visto, quello che hanno sentito e quello che hanno sospettato...
- Una bhikkhuni che ha infranto uno qualsiasi dei voti sul rispetto
dovuto deve sottomettersi ad una penitenza per mezzo mese in entrambi i
Sangha...
- Solo dopo che una novizia in prova ha completato con successo due
anni di addestramento nei sei precetti può chiedere l'ordinazione
ad entrambi i Sangha...
- Un bhikkhu non deve essere mai insultato o ingiuriato da una
bhikkhuni...
- Da questo giorno in poi si proibisce che un bhikkhu sia ammonito
da una bhikkhuni, ma che una bhikkhuni sia ammonita da un bhikkhu non è
proibito. Anche questa regola deve essere seguita, rispettata,
riverita, venerata e mai trasgredita per tutta la vita. ritorno
a, ritorno b