Traduzione di Alessandro
Selli dell'articolo comparso
su: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,6746,0,0,1,0
Organizzazioni buddhiste in Corea si organizzano per lottare contro
il favoritismo per il cristianesimo del governo
Fonte: The Hankyoreh, 4 luglio 2008
Organizzazioni guidate dall'Ordine Jogye si uniranno in
protesta e isseranno striscioni in un tentativo di richiamare
l'attenzione alla loro causa
Seoul, Corea del Sud -- Le
organizzazioni buddhiste, dopo essersi lamentate che il governo del
presidente Li Myung-bak sia troppo incline a favorire la propria
religione cristiana, hanno deciso di passare all'azione.
In un incontro di circa venti associazioni tenuto allo Jogyesa,
il tempio principale dell'Ordine Jogye del buddhismo koreano, a
Gyeonji-dong, Seul, il 3 luglio, hanno deciso di passare all'azione
contro quella che dicono una tendenza del governo a favorire le
associazioni cristiane. Dall'insediamento del presidente Li, le
associazioni buddhiste hanno avvertito una sensazione di alienazione
dopo che Li ha nominato numerosi cristiani a ricoprire incarichi di
gabinetto nell'ufficio presidenziale del Cheong Wa Dae, altrimenti
detto la Casa Blu. Questa decisione è giunta dopo che il
governo ha escluso grandi templi [buddhisti] dallo "Algo Ga," il nuovo
sistema di informazioni sui transporti.
Le associazioni buddhiste sono intenzionate ad assumere un ruolo
attivo nelle funzioni buddhiste in preparazione per il 4 luglio di
fronte al municipio e a Jogyesa, un atto che si attende
eserciterà un'influenza sulle [prossime] manifestazioni a lume
di candela.
In una dichiarazione resa pubblica lo stesso giorno le
associazioni buddhiste hanno detto: "funzionari del governo, che devono
esercitare il solo ruolo di amministratori pubblici, si stanno
impegnando in attività da missionari o obbligano la gente a
credere nella loro religione sfruttando i loro incarichi
istituzionali. Questi sono atti antipatriottici che erodono
l'armonia nazionale, dividono l'opinione pubblica su basi emotive e
scatenano la discordia tra le varie religioni. Affronteremo con
decisione i funzionari del governo che hanno dimostrato
parzialità a favore di una certa religione, in salvaguardia del
principio della separazione tra la chiesa e lo stato come stabilito
dall'articolo 20 della Costituzione."
Durante l'incontro le associazioni buddhiste hanno esposto
numerosi casi a dimostrazione dell'inclinazione del governo a favore
del cristianesimo. Subito dopo l'insediamento del presidente Li
si è tenuta una funzione di preghiera condotta dal pastore Kim
Jin-hong al Cheong Wa Dae. Ju Dae-jun, il vice-capo della
divisione per la sicurezza del presidente, ha dichiarato pubblicamente:
"Il mio sogno è di portare l'evangelismo in tutti gli enti del
governo." Il Cheong Wa Dae si sarebbe "dimenticato
accidentalmente" di inviare un messaggio di congratulazioni ai
principali templi buddhisti nel giorno del compleanno del Buddha.
Chu Bu-gil, il consigliere del Cheong Wa Dae per la pianificazione e
per le relazioni pubbliche, ha descritto le proteste a lume di candela
come sataniche.
Inoltre le associazioni buddhiste sono intenzionate a dispiegare
dei grandi striscioni in tutti i templi a denuncia del trattamento
preferenziale che il governo accorda al cristianesimo. Nelle
funzioni buddhiste intendono dare pubblicità a questo problema e
all'importanza dell'armonia tra le religioni. Stanno anche
preparandosi per lanciare una campagna di telefonate di protesta al
Cheong Wa Dae, al
ministro del territorio, dei transporti e degli affari marittimi e ad
altri
enti governativi collegati.
Le venti associazioni raggruppate dall'Ordine Jogye formeranno
una coalizione che comprenda l'Ordine Cheongtae, l'Ordine Taego e altri
ordini buddhisti.
Segue un secondo articolo sullo stesso argomento
Traduzione di Alessandro
Selli dell'articolo comparso
su: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,6759,0,0,1,0
I buddhisti coreani si scagliano contro il favoritismo del governo
The Dong-a Ilbo 5 luglio 2008
Seoul, Corea del Sud -- "Se
l'amministrazione al potere non cesserà la sua politica
religiosa di parte, continueremo con le nostre cerimonie
buddhiste."
Preti buddhisti hanno rilasciato questa dichiarazione alla
cerimonia buddhista di ieri per proteggere la sovranità del
popolo e per incoraggiare il governo verso il pentimento.
I preti buddhisti hanno tenuto la cerimonia per sollecitare il
governo a rinegoziare gli accordi sulle importazioni di carne bovina
dagli Stati Uniti e il presidente Li Myung-bak per porgere le sue
scuse. Il reverendo Sugyeong, co-ospite della cerimonia, ha detto
ieri che "Il presidente Li Myung-bak deve porgere le sue sincere scuse
al popolo per il negoziato del governo sulla carne bovina e la
repressione delle proteste a lume di candela. Solo in seguito
potrà chiedere collaborazione al popolo."
Tuttavia quello che ha spinto i preti buddhisti in tutta la
nazione ad uscire dai templi per tenere la cerimonia buddhista è
la loro antipatia nei confronti del governo. Credono infatti che
la predilezione religiosa del governo sia "andata molto oltre il
limite."
Hanno offerto degli esempi per dimostrare la predilezione
religiosa del governo: il presidente Li Myung-bak ha detto che
offrirebbe la città di Seoul a Dio quando era il sindaco della
città; Cheong Wa Dae non ha spedito un messaggio di
congratulazioni ai maggiori templi [buddhisti] per il compleanno del
Buddha; un funzionario di lunga carriera dell'ufficio presidenziale ha
detto che le agenzie del governo dovrebbero essere evangelizzate; la
fotografia del Commissario Generale della Polizia Nazionale Eo
Cheong-su è stata stampata sul manifesto di una campagna
nazionale di digiuno della polizia; informazioni sui templi sono state
omesse dallo "Algoga," il sistema di informazioni sul traffico creato
dal Ministero del territorio, dei trasporti e degli affari marittimi.
Giovedì i preti buddhisti della nazione hanno rilevato
che il governo è partigiano nelle sue preferenze religiose e
hanno dato vita ad una commissione buddhista per "far cessare il
favoritismo religioso del governo". La commissione supporta la
cerimonia buddhista che si tiene al Seoul Plaza.
Il reverendo Seongmuk, del Consiglio centrale dell'ordine
buddhista coreano Jogye, ha detto: "Siamo preoccupati
dell'atteggiamento anacronistico del governo che lo porta a descrivere
la gente che è contraria alla sua politica come dei Satana e ad
insistere sull'evangelizzazione del governo. Questo ignora il
principio della separazione della religione dalla politica, garantita
dalla costituzione". Altri dicono: "Dal punto di vista dei preti
buddhisti il favoritismo religioso del governo al potere può
essere considerato un problema concernente l'autorità religiosa
e il potere e una faccenda di vita o di morte".
Pertanto la maggior parte dei preti buddhisti non intende cedere
a meno che il governo non indichi delle soluzioni. Prima della
cerimonia il rev. Jigwan, responsabile esecutivo dell'Ordine Coreano
Buddhista Jogye, non ha fatto esplicitamente cenno al problema, ma ha
lasciato intendere che la cerimonia era inevitabile. Lui stesso
non ha [però] partecipato all'evento.
Il gruppo buddhista intende fare pressioni sul governo
perché trovi una soluzione permanente. Sostengono che i
richiami diramati ai funzionari di primo piano del governo che hanno
espresso dichiarazioni o indirizzi politici esprimenti una preferenza
religiosa non sono abbastanza e che il governo dovrebbe escogitare un
metodo efficace che impedisca in futuro il ripetersi di tali atti.
Un portavoce dell'ordine Jogye ha detto: "Gli standard etici dei
funzionari del governo dovrebbero includere non soltanto punti quali la
loro salute ed etica, ma anche la loro inclinazione al favoritismo
religioso. In altre parole, questi standard dovrebbero impedire i
funzionari del governo dal fare propaganda per oppure dallo sminuire
certe religioni. A meno che il governo riesca a sviluppare
provvedimenti adeguati, anche i monaci che sono impegnati nelle
pratiche di disciplina durante l'estate potrebbero lasciare il loro
addestramento per partecipare nella cerimonia." Se il governo non
riuscirà a trovare una soluzione, le azioni del gruppo come la
cerimonia buddhista difficilmente termineranno nel breve termine.
Segue un terzo articolo sullo stesso argomento
Traduzione di Alessandro
Selli dell'articolo comparso
su: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,6903,0,0,1,0
Il presidente coreano in difficoltà per i buddhisti
arrabbiati
Di Kim Rahn, The Corea Times, 30 luglio 2008
Seul, Corea del sud --
Lo scontro tra i buddhisti e il governo di Li Myung-bak sta
salendo di tono con i buddhisti che denunciano quella che chiamano
senza mezzi
termini una serie di iniziative discriminatorie contro la [loro]
religione.
Sostengono di essere oggetto di un tale trattamento
"irriguardoso" per via del fatto che il presidente è
cristiano. L'ultimo incidente risale a
martedì, quando la polizia ha perquisito l'automobile di un
leader buddhista.
Il ven. Jigwan, capo esecutivo dell'Ordine Coreano Buddhista
Jogye, stava recandosi ad un incontro quando agenti di polizia hanno
fermato la macchina all'ingresso del tempio Jogye nel centro di Seul
verso le quattro pomeridiane. Il tempio è sotto
sorveglianza da parte della polizia dal 6 luglio, essendovisi rifugiati
sei organizzatori delle proteste a lume di candela contro la [politica
del governo sull'importazione di] carne dagli U.S.A. per non essere
arrestati.
"Quando il venerabile Jigwan ha abbassato il finestrino per
mostrarsi ed essere riconosciuto dalla polizia, un agente ha detto:
'Dobbiamo fare un'ispezione più approfondita', e hanno
perquisito la macchina, aprendone il portabagagli" ha detto il
venerabile Seungwon,
portavoce dell'ordine.
In circa 70 del personale dell'ordine sono andati la sera
nella stazione di polizia di Jongno per protestare e il commissario ha
porto le sue scuse. Anche il prefetto dell'Agenzia di Polizia
Metropolitana di Seul, Kim Suk-ki, ha cercato di incontrasi con il
venerabile Jigwan per porgere le sue scuse, ma [quest'ultimo] ha
rifiutato di incontrare il prefetto.
"Secondo la legge la polizia può perquisire i
criminali colti in fragrante oppure quelli che si ritiene probabile
possano compiere dei crimini. Questo incidente dimostra che la
polizia considera il capo esecutivo, che rappresenta 20 milioni di
buddhisti coreani, un criminale o un potenziale criminale" ha detto il
portavoce.
Ha chiesto che i responsabili dell'incidente siano puniti,
che il Prefetto Generale dell'Agenzia Nazionale di Polizia Eo Cheong-su
si dimetta e che gli agenti di polizia intorno al tempio si ritirino.
Non è la prima volta che il circolo buddhista protesta
contro il governo Li per aver subito un trattamento "inospitevole".
In giugno si era scoperto che un servizio di informazioni sui
trasporti gestito dal Ministero del Territorio, dei Trasporti e degli
Affari Marittimi non includeva la collocazione dei templi nella
nazione. In seguito alle proteste dei buddhisti il ministro Chung
Jong-hwan aveva porto le sue scuse.
Alcuni giorni dopo si scoprì anche che le mappe per le
informazioni sul ruscello
Cheonggye, il fiore all'occhiello delle opere realizzate da Li come
sindaco di
Seul, non includevano i templi [buddhisti].
Quasi allo stesso tempo il capo della polizia Eo era apparso
in un poster che promuoveva un'attività religiosa cristiana per
la polizia,
esacerbando le ritorsioni dei buddhisti contro l'attitudine
"pro-cristiana" del governo.
Il circolo buddhista ha sostenuto che il governo Li
discrimini contro il
buddhismo. In seguito a ciò il primo ministro Han Seung-su
ha fatto visita al ven.
Jigwan la settimana scorsa e ha sostenuto che il governo non fa
favoritismi o
discriminazioni contro nessuna religione in particolare.
"La perquisizione del ven. Jigwan dimostra che le
assicurazioni del primo ministro erano parole vane. Dimostra pure
come la polizia tratti la gente con coercizione. Crediamo che
questo caso simbolizzi come il governo Li manchi di rispetto a 1.700
anni di storia buddhista coreana" ha detto il portavoce.
Segue un quarto articolo sullo stesso argomento
Traduzione di Alessandro
Selli dell'articolo comparso
su: http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,6914,0,0,1,0
L'ira dei buddhisti nei confronti del
presidente coreano cresce con la perquisizione da parte della polizia
del capo dei monaci
Yonhap, 31 luglio 2008
SEOUL, Corea del Sud --
Leader buddhisti giovedì hanno reagito con rabbia al presidente
Lee Myung-bak a causa di una controversa perquisizione da parte della
polizia dell'automobile del monaco capo della loro comunità,
chiedendo al
leader cristiano di licenziare il suo capo della polizia e di desistere
dalla sua "parzialità religiosa".
Il
venerabile Jigwan, capo
dell'Ordine Jogye, il più grande gruppo buddhista della Corea
del Sud, la cui automobile è stata perquisita dalla
polizia mentre era nell'area del tempio
Li, un anziano di una potente chiesa
presbiteriana del centro di
Seul,
è diventato fortemente impopolare tra i buddhisti in seguito di
una serie di politiche del governo denunciate come religiosamente
discriminatorie. Il malcontento ha obbligato il primo ministro
Han Seung-su a porgere delle scuse ufficiali la settimana scorsa.
Il diverbio ha tuttavia assunto connotati nuovi dopo che il
venerabile Jigwan, il
capo esecutivo dell'Ordine Jogye, la più grande chiesa buddhista
della Corea del Sud, è stato sottoposto ad un'imbarazzante
perquisizione mentre si trovava nell'area del tempio Jogye, nel centro
di Seul. Il venerabile Jigwan era in partenza per
partecipare ad un incontro di martedì quando agenti di polizia
hanno fermato la macchina. Il monaco ha abbassato il finestrino
per mostrarsi ma due agenti, consci di chi fosse, hanno aperto il
bagagliaio della macchina e hanno continuato la loro perquisizione.
Il tempio è sotto la supervisione della polizia da circa un
mese, da quando sei attivisti per i diritti civili vi si sono rifugiati
quando erano ricercati dalla polizia perché sospettati d'aver
organizzato proteste di piazza contro le importazioni di carne bovina
dagli U.S.A..
"Hanno trattato il venerabile Jigwan, che rappresenta 20 milioni
di buddhisti, come
un criminale, e questo incidente rivela in quale considerazione la
polizia abbia i circoli buddhisti e come trattino la storia buddhista
con disprezzo" ha detto ai giornalisti il monaco Seungwon, portavoce
dell'Ordine Jogye.
In seguito si sono avute proteste massicce che hanno visto
alcuni radersi il capo e centinaia di persone manifestare perché
Eo Cheong-su, capo dell'Agenzia Nazionale di Polizia, sia rimosso
dall'incarico. Eo ha cercato di incontrare il venerabile Jigwan
per scusarsi, ma la sua richiesta di un incontro è stata
respinta. Il capo della polizia è stato criticato anche
per l'uso spropositato della forza contro i manifestanti che
protestavano per la carne bovina statunitense.
I partiti di opposizione hanno condannato l'incidente e hanno
chiesto che Li si scusi.
"È incredibile che sia successa una cosa simile" ha detto
ad un incontro di partito Chung Sye-kyun, presidente del maggiore
partito di opposizione, il Parito Democratico. "Il sig. Eo
dovrebbe dimettersi subito e il presidente Li dovrebbe inginocchiarsi e
pentirsi."
Li ha avuto problemi con i buddhisti in tutta la sua carriera
politica. La sua dichiarazione controversa come sindaco di Seul
durante un raduno evangelico, "Dedico Seul a Dio", e il suo messaggio
di congratulazioni durante la campagna
presidenziale per i cristiani che pregano perché "i templi
crollino" hanno fatto infuriare tanto i buddhisti quanto quelli che non
professano alcuna fede e i
cristiani critici.
La rete della sua chiesa ha avuto un ruolo chiave nel suo primo
governo ed è stata lo stesso criticata per le sue poliche
fallimentari. Il ministro delle finanze Kang Man-su
è un compagno di lunga data di Li quale membro della chiesa
presbiteriana Somang ed è stato risparmiato da un recente
rimpasto nonostante le forti critiche per la sua incapacità
nello sviluppare una politica monetaria coerente. Un altro membro
della [chiesa] Somang, Park
Mi-sok, primo segretario per le politiche sociali, è stata
obbligata a dimettersi dopo che
i media avevano rivelato sue presunte speculazioni fondiarie.
In precedenza quest'anno il Ministero del Territorio, dei
Trasporti e degli
Affari Marittimi è stato oggetto di accuse per aver omesso
templi buddhisti popolari nella sua guida per le informazioni sul
traffico, che invece forniva dettagli sulle chiese cristiane.
Pagina modificata l'ultima volta il
giorno: 11 luglio 2010
I diritti d'autore sono detenuti dall'Autore e/o dall'Editore dell'originale.
I diritti della traduzione in italiano sono del traduttore.
La traduzione italiana è coperta, ove compatibile con la licenza dell'originale,
dalla licenza Creative Commons versione 3.0 Attribuzione - Non commerciale -
Condivisibile alle stesse condizioni http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/deed.it
< Torna
al livello superiore <
<< Torna alla
pagina
iniziale <<