In thailandese "Hin pha fan nam" si traduce letteralmente in "pietra, dirupo, cielo, acqua" e significa abbondanza. Questo è il degno nome di una comunità che fa affidamento sulle proprie forze di cinque ettari situata a venti chilometri da Kaeng Khro nella Thailandia centrale.
Qui un ruscello scorre giù dalle montagne occidentali trasformandosi in un acquitrino di fiori di loto selvatici commestibili che affiancano orti di cavolo, zucca, convolvolo, banana, papaya e melarosa. Il ruscello alla fine rimpingua una piscina nei pressi della quale dei bambini macinano a mano il riso coltivato in loco, rimuovendo meticolosamente la pula con dei cesti di bambù intrecciato e dita agili.
A
valle di un sentiero di terra battuta delimitato da pietre disposte
sul terreno, altri riempiono delle buste di plastica di una mistura
fine di segatura e spore di funghi che alla fine diventeranno funghi
commestibili. Accanto a cumuli di compost terroso due bambini
macinano la soja per farne del latte che porteranno poi in cucina per
farne tofu.
Condivisione
della saggezza: il movimento asoke ospita quaranta seminari ogni
anno. |
Questa comunità, che conta approssimatamente venti membri permanenti e venti studenti residenti, fa parte del più ampio movimento "asok" che è diventato il pioniere dell'agricoltura rigenerativa in Thailandia. Con un nome che vuol dire "senza sofferenza" o "felicità" in thailandese, il movimento è stato avviato nel 1975 da Bodhiraksa, una celebrità thailandese fattosi monaco, quale reazione a quello che considerava una corruzione del buddhismo thailandese. Il movimento asok adesso raccoglie migliaia di membri che vivono in tutto il paese dei quali centinaia vivono in diciotto comunità autosufficienti.
Gli abitanti del villaggio Hin pha fa nam, come tutti i membri delle comunità asok, seguono rigorosamente gl'insegnamenti buddhisti, nella loro propria interpretazione. Tutti devono osservare strettamente i cinque precetti del Buddha, che consistono nel non uccidere, nel non mentire, nell'astenersi dall'erronea condotta sessuale, nel non rubare e nell'astenersi dall'uso di sostanze inebrianti. La giornata inizia alle 3:30 del mattino e, dopo due ore di meditazione, i residenti trascorrono la maggior parte del giorno a lavorare. I residenti adulti mangiano una sola volta al giorno.
Inoltre, mentre molti monaci delle principali scuole sono milionari, ai monaci asok non è consentito alcun possesso personale e i laici che vivono nella comunità non ricevono compensi in denaro. Ma tutti ricevono gratuitamente cibo, un alloggio e assistenza medica, mentre agli studenti è impartita l'educazione scolastica gratuita.
"Vogliamo
far vedere che si può vivere senza denaro" dice Rakbun
Asoktrakul, una donna che ha contribuito al sostentamento delle
comunità asok per diciotto anni prima di trasferirsi a Hin pha
fa nam due anni fa. "Ci si può guadagnare da vivere
facendo crescere le piante, non solamente prendendo soldi".
Spirito
di corpo: in questa comunità buddhista si condivide tutto
tra i sorrisi. |
Gli asok chiamano questo sistema "bunismo". "Bun" vuol dire "merito" in thailandese e l'"ismo" è aggiunto per mostrare come un sistema che si basi sulla cooperazione e sulla moralità possa essere almeno tanto realista quanto i sistemi economici occidentali come il capitalismo.
Sin dall'inizio il fare affidamento solo su sé stessi è stato uno degli scopi principali e la maggior parte delle comunità produce quasi tutto il cibo e gli altri prodotti dei quali ha bisogno per il proprio sostentamento. Quindici anni fa i membri della comunità, che già erano vegetariani di stretta osservanza, hanno cominciato a coltivare e a mangiare solamente prodotti biologici, in parte per motivi di salute.
"Siamo consci dei pericoli dei prodotti chimici" dice Asoktrakul. "Proviamo compassione per quelli che li usano e vogliamo dimostrare che [il cibo biologico] è meglio per i thailandesi."
Inoltre i membri della comunità, cui già si proibiva di uccidere finanche le zanzare, volevano seguire con maggiore precisione il primo precetto di non uccidere.
"Quando i contadini usano molti prodotti chimici, uccidono molti insetti", dice Darbbun Diratana, un membro venticinquenne della comunità "Santi Asok" vicino a Bangkok. "Non vogliamo uccidere animali - non vogliamo che soffrano. Se uno va nella provincia di Sisaket ci vedrà molte risaie, però non ci vive nessun animale."
Diratana ha notato come ci siano anche delle ragioni pratiche per non voler usare insetticida. "Non usiamo prodotti chimici perché è contrario al primo precetto di non uccidere. Ma anche perché se si uccidono gli animali allora si rompe la catena ecologica - gli animali aiutano a contenere il numero dei parassiti. Usare molto insetticida è sbagliato."
I membri della comunità adesso coltivano tutti gli ortaggi biologicamente e molte comunità hanno di recente aperto negozi e ristoranti di prodotti biologici. Quanti vivano nelle campagne intorno alle comunità possono vendere i loro prodotti in questi posti, sempre che abbiano riscosso l'approvazione degl'ispettori asoke.
I membri delle comunità asoke fanno anche un uso limitato della tecnologia, come si può vedere dalle loro macine di legno per il riso azionate a mano e dalla scarsa presenza di macchinari agricoli come i trattori. Oltre a diminuire la dipendenza dal denaro, Asoktrakul ritiene che questo intensifichi ulteriormente la sensazione di appartenere ad una comunità.
"Il fratello o la sorella, il padre come la madre, chiunque può parlare mentre sta a lavorare" dice. "Ciò permette l'instaurarsi di buone relazioni ed è molto divertente. Si fanno molte battute e c'è armonia di spirito. Quando [invece] si usano le macine meccaniche, si finisce solamente con il pagare soldi e non si forma alcun rapporto personale."
Asoktrakul sottolinea come molte pratiche asok
derivino da metodi tradizionali di agricoltura thailandese, invece
d'essere stati introdotti dall'occidente com'è invece stato
per i prodotti chimici. "Molte delle nostre idee sono vecchia
saggezza thailandese. Non sono americane" dice. "Non
usiamo i prodotti chimici americani - è stato il tuo
paese che ci ha portato i prodotti chimici!".
Come molti agricoltori biologici, i membri della comunità asok fanno esperimenti in continuazione per trovare dei metodi migliori. Diversi anni fa, ad esempio, hanno scoperto un'alternativa alla mistura di fermentazione usata sia come fertilizzante che come antiparassitario che era usata in precedenza, di proprietà di una ditta privata. Questa miscela include olio, gusci bruciati, leguminacei, foglie verdi, un residuo della macina del riso e letame. La mistura è fatta fermentare con dello zucchero, irrorata d'acqua, coperta per sette giorni e infine rivoltata.
"L'adoperiamo, la miglioriamo e quindi ne diffondiamo [la produzione e l'uso] nelle altre comunità" dice Asoktrakul.
Siccome la compassione e l'assenza del sé costituiscono il nucleo della loro religione, i membri della comunità asok dedicano una buona parte del loro tempo alla condivisione della loro conoscenza. Dopo un forte crollo dell'economia in Thailandia sei anni fa [nel 2003 NdT], le comunità hanno iniziato a tenere seminari sull'agricoltura biologica e sul fare affidamento sulle proprie capacità. Alla fine questi [seminari] sono finiti con l'essere finanziati dal governo in un tentativo di sgravare i debiti a carico degli agricoltori poveri che avevano investito troppo nei prodotti chimici e nei macchinari agricoli. Questo è piuttosto ironico, considerato che è stato proprio il governo, spinto dagl'interessi commerciali dell'industria chimica, ad aver sovvenzionato le pratiche agricole moderne.
Oggi il movimento asok ospita più o meno quaranta seminari l'anno, ciascuno dei quali frequentato da cinquanta a cento agricoltori e della durata di circa una settimana. Gli agricoltori imparano di tutto, dal segreto della mistura di fermentazione alla produzione del sapone.
Asoktrakul
ha notato come questi seminari abbiano in genere un notevole
successo. "La maggior parte [dei partecipanti], quando torna,
ci dice quanto facciano loro bene, avendo ottenuto una produzione
maggiore di prima", dice.
Ma le pratiche e le idee asok non sono si sono salvate dalle critiche. "Abbiamo dei nemici:" dice Diratana, "i monaci degli altri templi e le ditte di fertilizzante."
Fin dall'inizio il movimento si è scontrato con il rigetto del buddhismo ufficiale che si è spinto fino all'accusare gli asok, diversi anni fa, di seguire una pratica erronea. Anche le ditte chimiche, che hanno molto da perdere nell'estendersi dell'agricoltura biologica, hanno creato dei problemi. Oltre ad essere state sospettate di essersi "comprate" i burocrati, per usare le parole di Diratana, per procurarsi un profitto dall'agricoltura intensiva, sono state accusate di aggressioni ancora più dirette.
Un anno fa un negozio di prodotti asok è stato dato alle fiamme e, per quanto la comunità locale non abbia esposto denunce, in molti hanno pensato che l'identità del colpevole fosse ovvia. "La gente del villaggio sa che era stato qualcuno della ditta di fertilizzanti", dice Diratana.
Ha continuato spiegando che la compagnia ha perso una buona parte dei suoi profitti a causa dei seminari sull'agricoltura biologica tenuti presso la vicina comunità asok. Infatti il villaggio si era convertito quasi completamente all'agricoltura biologica, giacché in molti avevano visto che potevano produrre di più senza l'uso dei prodotti chimici. Mentre nessuno sa con sicurezza chi sia il responsabile dell'incendio, dell'ostilità della ditta di fertilizzanti sanno tutti.
Ma ci sono molte persone che invece sostengono le pratiche asok e che ammirano il loro coraggio. Luke Cannon, un americano che ha vissuto e ha lavorato con quattro diverse comunità, è uno di loro. "Hanno accettato molte difficoltà che la gente ha paura di affrontare - [stili di vita che sono] contrari alla politica e alla tradizione", dice.
Jon Jandai, agricoltore occasionale e costruttore di alloggi naturali, è d'accordo ed ha collaborato con i membri delle comunità asok per costruirci molte case in mattoni di fango essiccati al sole. Ci tiene a sottolineare quanto questo movimento è riuscito a concretizzare. "Sono il miglior modello in Thailandia sulla capacità di fare affidamento su se stessi", dice. "Non hanno un approccio accademico - niente scritti o discorsi - ma ci si mettono e lo fanno. Credo che questo sia il miglior metodo di fare le cose."
E nonostante l'opposizione dall'esterno e le strette regole [interne], i membri della comunità continuano ad alzarsi alle 3:30 del mattino, a mangiare cibo biologico, tofu fatto in casa e a sedersi insieme per separare la pula dal riso a mano.
"Vivendo qui la gente si sente in pace e sviluppa un alto grado di fiducia in se stessa - di essere vivo vivendo una buona vita", dice Asoktrakul.
Per
quelli come lei, "hin pha fa nam" è quanto basta
per essere felici.
Ultima revisione: 24 aprile 2008.
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