Traduzione di Alessandro Selli dell'originale sito in: http://sdhammika.blogspot.com/2008/06/buddha-didnt-go-to-heaven.html
Tradotto nel luglio 2008
Ultima revisione: 18 luglio 2008
Il Buddha non è andato in paradiso
Lunedì 30 giugno 2008
Sankassa (in sanscrito: sankasya) era una città
all'estremità occidentale della Terra di Mezzo [le regioni
dell'India in cui visse il Buddha, NdT]. La leggenda dice che
il
Buddha discese dal cielo Tavatimsa in questo luogo dopo aver
trascorso
tre mesi ad insegnare l'Abidhamma
a sua madre, che era lì
rinata dopo la sua morte. Si sostiene che nel cielo apparvero
tre
scale, una d'oro a destra per il dio Sakka, una d'argento alla
sinistra
per Brahma e una di gioielli nel mezzo per il Buddha. Alcune
versioni della leggenda dicono che Brahma tenesse un ombrello aperto
sul Buddha mentre questi discendeva dal cielo sulla terra.
È difficile stupirsi del fatto che il cosiddetto
miracolo
di Sankassa non compaia da nessuna parte nel Tipitaka. Al
luogo
si fa riferimento solo due volte nelle scritture e il Buddha lo
visitò solamente una volta, attraversandolo mentre era
diretto
in qualche altro posto (Vin.II,299; III,11). Oltre all'essere
di
per se incredibile, la leggenda di Sankassa contraddice la
proibizione
del Buddha contro il dare pubblicamente spettacolo dei propri poteri
psichici o abilità miracolistiche (Vin.II,110-111).
Inoltre nelle scritture non si fa mai cenno ad una misteriosa
scomparsa
del Buddha dalla scena della durata di tre mesi.
L'associazione
della leggenda di Sankassa con l'Abidhamma
gioca un ruolo chiave nella
comprensione della sua origine e scopo.
Dell'Abidhamma è
notevole la sua assenza nei discorsi
del Buddha. Non vi compare quale una delle nove ripartizioni
degli insegnamenti del Buddha (navanga,
A.II,103) e il resoconto del
primo concilio descrive la recitazione delle regole monastiche, il
Vinaya, e dei discorsi, i Sutta, ma non dell'Abidhamma
(Vin.II,285). Mentre l'Abidhamma
si evolveva nei secoli che
seguirono la dipartita del Buddha e i volumi dell'Abidhamma Pitaka
si
andavano gradualmente formando, aumentavano di pari passo le
pressioni
perché questi fossero considerati canonici ed inclusi nel
Tipitaka. Ottenuto questo si rese quindi necessario fornire
una
spiegazione della loro origine e fu così creata la leggenda
del
Buddha che va in paradiso per insegnare l'Abidhamma Pitaka.
È interessante notare come questa leggenda non compaia
neanche
nello stesso Abidhamma Pitaka, ma solamente in commentari molto
successivi. Questo fa pensare che quando l'Abidhamma Pitaka
divenne canonico fosse considerata solo una leggenda 'popolare', che
divenne 'ufficiale' solo in un secondo momento. Il re Asoka
fece
erigere una grande colonna di pietra a Sankassa, alcune parti della
quale vi sono ancora visibili. Non c'è nessuna prova
che questa colonna sia stata eretta a commemorare la leggenda, che
probabilmente ancora non esisteva all'epoca. La prima
testimonianza riguardante la leggenda di Sankassa è una sua
raffigurazione scultorea a Sanchi, risalente al 1° secolo aC
circa. La fotografia accanto raffigura me e Viraj di fronte
alla
colonna di Asoka a Sankissa.
Inviato da Shravasti Dhammika alle 7:08
I diritti d'autore sono detenuti dall'Autore dell'originale.
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