Traduzione di Alessandro
Selli di un articolo comparso sull'Asian Wall Street Journal il 7
aprile 2008
I portafortuna in Thailandia non hanno più fortuna
Il mercato degli amuleti è andato dal boom alla caduta
libera; le benedizioni dell'abate.
Di JAMES HOOKWAY
NAKHON SI THAMMARAT, Thailandia
-- Aggiungete questo alla lista dei mercati speculativi che stanno
scoppiando in giro per il mondo: talismani religiosi thailandesi.
L'anno scorso il prezzo di questi piccoli dischi incisi con
antiche figure mitologiche saliva all'impazzata mentre semplici
thailandesi, alcuni nella speranza di avere buona fortuna, altri nel
tentativo di fare qualche soldo facile facile, si sentivano al bivio
dell'occasione della loro vita.
In questa cittadina meridionale di pescatori al centro
dell'industria del talismano, Saranya Nimitsomsakul arrotondava i suoi
guadagni vendendo frigoriferi di seconda mano, abiti e lavatrici che
comprava in lotti e rivendeva ai vicini con un sovrapprezzo.
Verso la fine dell'anno scorso la 36-enne madre di due bambini aveva
messo da parte 13.000 dollari per prenotarne un nuovo lotto. "Per
un po' ci è andata bene", dice seduta su una panca nel suo
giardino mentre suo marito, Mungkorn Nimitsomsakul, accudisce la loro
collezione di uccelli canterini. "Ma poi è andato tutto a
rotoli."
Seguendo l'andamento di cui hanno avuto un'esperienza
dolorosamente comune gl'investitori di tutto il mondo, il boom era
talmente gonfio - alcuni amuleti si vendevano per 75.000 dollari - che
l'esplosione della bolla non poteva essere lontana.
La saturazione, con il concomitante sospetto che molti amuleti
non fossero stati benedetti in modo appropriato dai monaci buddhisti,
ha fatto sprofondare il mercato nelle ultime settimane. La
maggior parte dei piccoli oggetti di creta, che fino a pochi mesi fa
alimentavano un'industria da oltre un miliardo di dollari, sono adesso
praticamente senza valore.
Il grossista di talismani presso il cui conto la sig.a Saranya
aveva depositato il suo denaro non opera più sul mercato.
E così lei, come migliaia di altre persone nella nazione, ha
sporto causa per danni contro tanto il suo grossista quanto contro
l'abate di un tempio buddhista locale per aver permesso che il suo nome
fosse usato sui manifesti che pubblicizzavano gli amuleti.
Da un'altra parte in questa piccola città di pescatori la
moglie del capo della polizia ha sporto causa contro l'amministratore
distrettuale sostenendo che le abbia inviato un carico di amuleti
difettosi; lui sostiene che la donna stia soltanto cercando di
ritirarsi dall'accordo stipulato a causa del crollo del mercato.
Il marito della sig.a Saranya vuole che gli esperti di talismani
cerchino di salvarne il mercato parlando delle loro proprietà
magiche per attrarre nuovi acquirenti. "I governi intervengono in
aiuto delle banche quando sono in crisi" dice. "Gli esperti di
talismani dovrebbero fare qualcosa per riconquistare la fiducia della
gente." Ma gli esperti sono riluttanti. "Troppa gente
è diventata troppo avida. Hanno prodotto e venduto
talismani solamente per ottenerne un profitto speculativo" dice Wiwat
Nilnawee, un grossista di amuleti a Bangkok ed esperto nazionale di
talismani. "È meglio lasciare che il mercato trovi il suo
giusto equilibrio."
Delle presse speciali con legati lacci bianchi benedetti
stampavano da blocchi di creta un amuleto dietro l'altro che erano poi
benedetti da monaci buddhisti. L'anno scorso l'aeronautica
militare thailandese ha fatto volare un blocco di creta nei cieli a
velocità supersonica per conferirgli ancora più
potere. I monaci ricevevano una tariffa per la cerimonia di
benedizione, ma la frenesia del mercato ha lasciato i guadagni
più consistenti nelle tasche dei produttori e dei grossisti.
La popolarità degli amuleti, chiamati Jatukam Ramathep,
risale a circa due decenni fa. A seconda di chi ne racconta la
storia, il loro nome deriva o da un re del XVII secolo, oppure da un
dio hindu che avrebbe difeso questo monastero buddhista dagli attacchi
dei pirati. Phantarak Rajadej, un ex capo di polizia di Nakhon Si
Thammarat, cominciò a produrre e a vendere un'edizione limitata
di talismani negli anni '80 per raccogliere denaro per un santuario
buddhista. È creduto dalla maggioranza dei cittadini aver
raggiunto la padronanza della magia nera per difendersi dai suoi
nemici. Dopo la sua morte nel 2006 all'età di 104 anni la
produzione di amuleti ha avuto un'impennata. Voci sui poteri
sovrannaturali dei talismani si sparse velocemente fino a Bangkok, la
capitale.
I commercianti di amuleti dicono che i prezzi si sono gonfiati
perché molti thailandesi erano preoccupati dell'impatto che
avrebbe avuto il colpo di stato militare del settembre 2006.
Alcuni hanno voluto comprare dell'aiuto spirituale che li proteggesse
nel disordine e magari li rendesse ricchi.
L'alimentazione della frenesia
Alcuni modelli avevano nomi come "Super Ricchi fino al Cielo" o
"Eternamente Ricchi" e i rivenditori pagavano milioni di dollari in
pubblicità sui giornali o alla televisione per alimentare la
frenesia. Il dipartimento di ricerca della banca thailandese
Kasikornbank PCL ha stimato che il mercato degli amuleti Jatukam
Ramathep abbia raggiunto l'anno scorso la cifra di 1,5 miliardi di
dollari.
Nakhon Si Thammarat e il suo clero buddhista sono stati tra i
maggiori beneficiari. I visitatori arrivavano da Bangkok e anche
da luoghi più distanti come la Malesia e Singapore. Una
stanza all'albergo più sfarzoso della città, il Twin
Lotus, doveva essere prenotata tre mesi in anticipo. Le linee
aeree avevano aumentato i voli verso la città mentre uomini
d'affari di primo piano organizzavano voli charter per far giungere
monaci e altre celebrità al tempio buddhista dov'erano benedetti
i talismani, il Wat Phra Mahatat, del XIII secolo.
I rivenditori di amuleti di Bangkok dicono che il tempio ha
guadagnato oltre un milione di dollari, che sta ora usando per riparare
le pareti, le guglie che cadono a pezzi e gli antichi campanili.
Solo per provvedere dei mezzi di sussistenza
Alcuni religiosi in Thailandia dicono che questa follia dei
talismani ha distratto la gente dai veri insegnamenti buddhisti.
Ma Phra Thepvinyaporn, abate del Wat Phra Mahatat, sostiene che sia
congrua con la fede. "La gente è solo uno strumento del
volere di Dio" dice. "L'acquisto dei talismani è stato
solamente per provvedere il tempio dei mezzi per la sua sussistenza."
L'abate ha benedetto i 13.000 dollari di amuleti che la sig.a
Saranya ha pagato ma che non ha mai ricevuto, ed è l'obbiettivo
principale della sua richiesta di risarcimento.
"Ci sentiamo raggirati" dice, le cui perdite superano di gran
lunga i 3.000 dollari che lei e suo marito guadagnano in un anno
intero. "Ci guadagnamo da vivere in questa comunità e non
possiamo permetterci di giocarci la nostra reputazione." La
coppia ha preso del denaro in prestito da parenti per restituirlo a
quelli da cui ne aveva ricevuto, il che li ha resi ancora più
indebitati.
A complementare i loro problemi, la battuta d'arresto
dell'economia locale causata dal crollo del mercato degli amuleti gli
ha reso più difficile trovare articoli da comprare e
vendere. Hanno aperto allora una piccola sala da te per sbarcare
il lunario, che gli frutta circa 32 dollari la settimana.
Il marito della sig.a Saranya, il sig. Mungkorn, dice di credere
che il potere dei talismani che hanno comprato in precedenza possa
ancora aiutarli. "La gente che ci ha imbrogliato sarà
punita dallo spirito di Jatukam Ramathep" dice. Nella sua causa
contro l'abate la sig.a Saranya sostiene che associando il suo nome al
lotto di amuleti questi l'abbia ingannata spingendola a fare un
investimento fallace. Per questo vuole essere risarcita di 13.000
dollari.
La sua causa fa parte di una mezza dozzina che sono seguite
dall'avvocato locale Chor Chuepetch. Questi dice che troppi
imprenditori si sono buttati nell'affare una volta che hanno visto
quanto era lucrativo. Hanno cominciato a sfornare amuleti con
attrezzatura presa in affitto a livelli quasi industriali, saturando il
mercato.
'Completamente senza speranza'
"Alcuni talismani non erano stati benedetti in modo appropriato,
mentre alcuni rivenditori sono scomparsi con i soldi che i loro
investitori gli avevano lasciato in deposito" dice il sig. Chor.
"Molta della gente che ha perso tutto è completamente senza
speranza."
L'abate, Phra Thepvinyaporn, di 59 anni, non è
preoccupato. "Non mi stupisce che qualcuno voglia farmi causa"
dice. "Molta gente è affranta e farebbe qualsiasi cosa per
rientrare delle proprie perdite." Ma dice che è
perfettamente naturale che il mercato vada prima su e poi
giù. "C'è un ciclo, proprio come i fuochi
d'artificio" dice mentre si pulisce gli spessi occhiali e si sistema
l'abito arancione nel caldo cocente. "Quando accendi il razzo
prima corre verso il cielo, poi esplode e scompare. Quando
è finito, si aspetta che se ne accenda un altro."
-- Wilawan Watcharasakwet a
Bangkok ha contribuito all'articolo.
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