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Data: mer, 23 lug 2008 13:12:01 +0200
Oggetto: Sciacallaggio religioso: le
conversioni estorte
ID-messaggio: <6eoi27F855r2U1@mid.individual.net>
Lievemente riedito.
Di nuovo in auge le vecchie operazioni di conversione estorte
minacciando i più deboli, oppressi e indifesi: i cristiani negli
stati dell'India dove confluisce la maggior parte dei profughi birmani
basano il loro proselitismo su tecniche neanche sempre subdole di
discriminazione e minacce verso chi, immigrato clandestino che fugge la
miseria o la persecuzione, rifiuta di convertirsi. Sciacallaggio
ideologico-religioso di tipo particolarmente vergognoso, odioso e
anticristiano. Ma evidente segno distintivo dei tempi moderni.
Se da un lato mi conforta che il cristianesimo abbia ancora
bisogno di tali squallide e miserrime tecniche per convertire la gente,
segno che evidentemente la presunta bontà della loro dottrina e
del loro stile di vita non sono tali da ispirare fiducia e spontanea
volontà di accoglienza ed emulazione, dall'altro mi spinge con
maggior vigore a chiedermi che cosa possa fare di più per
proteggere e diffondere la Dottrina-e-Disciplina, il che vuol dire
anche, se non soprattutto in casi come questo, dimostrarmi come meglio
mi è possibile vicino e premuroso nei confronti degli oppressi,
dei miseri e degli sfruttati. Che la cosa più deprimente
è, vivendo in tali situazioni, il sentirsi soli. Se non
peggio. Che mi preme ricordare come tali operazioni di
conversione siano in atto anche altrove, ad esempio presso le
tribù delle colline al confine tra la Birmania e la
Thailandia. Operazioni che, nonostante la loro indecenza morale,
riscuotono un certo successo per ovvie ragioni. Le tribù
delle colline sono trattare dai thailandesi con uno sprezzo e
atteggiamenti apertamente discriminatori paragonabili agli
atteggiamenti di molti italiani nei confronti degli albanesi, romeni e
rom. E, ovviamente, sono largamente sfruttati come mano d'opera a
bassissimo costo nelle fabbrichette che sorgono come funghi nelle aree
di confine, dove le normative sanitarie e di sicurezza sul lavoro sono
puntualmente disattese, oltre ad essere espulsi senza tanti complimenti
e compensazioni adeguate dalle loro terre per lasciare spazio ai
progetti di costruzione di nuovi bacini idrici artificiali, soprattutto
per la produzione di energia idroelettrica. Non mi meraviglia
neanche un po' quindi che queste persone, trattate in tali maniere
indegne dai correligionari buddhisti thailandesi, non si facciano
problema di convertirsi a religioni estranee propugnate da chi gli
offre però in cambio uno straccio di possibilità di
migliorare la loro miserrima esistenza, o per lo meno di essere accolti
addirittura con desiderio nelle comunità e nelle chiese dei
pastori evangelici, invece di essere mal tollerati con astio e
disprezzo da chi avrebbe al contrario maggiore ragione di sentirsi
culturalmente, etnicamente e religiosamente più affine a
loro. Un ottimo esempio di kamma al lavoro questo, l'effetto
delle azioni volitive, la conseguenza che segue la legge natuale di
causa ed effetto mossa dalle azioni, parole e convinzioni che derivano
da una mentalità egoista e preda del disprezzo del diverso,
ossia dell'"inferiore".
La differenza è che i cristiani albanesi, romeni e rom
eccetera che, giunti in Italia, sono discriminati, additati come
criminali e tollerati solo perché lavorano in cambio di un
panino e una birra, non trovano in Italia torme di pastori buddhisti
pronti ad approfittare delle loro sventure per propagare la loro "fede"
e a praticare la loro carità pelosa.
Ma purtroppo neanche hanno i buddhisti italiani granché
da mostrare di propositivo sugli effetti benefici della loro pratica e
stile di vita. Anche in occidente, e soprattutto in Italia, il
buddhismo tende ad arenarsi in quelle secche del ritualismo e delle
cerimonie che persino in oriente, a detta degli stessi orientali,
stanno alienando dal buddhismo la gente che lo ha vissuto per secoli se
non millenni (vedasi ad esempio http://alessandro.route-add.net/Testi/Dhammico/estinzione_buddhismo_giapponese.html).
Riti e cerimonie sentite come vuote, arcaiche e inutili nel
contesto della società e della cultura moderna. Mentre
iniziative come la http://www.associazionedareprotezione.it
languono, nel disinteresse generale.
Segue l'articolo.
http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=42,6838,0,0,1,0
Immigranti buddhisti spinti a convertirsi al cristianesimo.
Di Khin Maung Soe Min, DVB, 21 luglio 2008
Aizawl, India -- Gli immigranti buddhisti dalla Birmania che lavorano
nel distretto di Aizawl dello stato indiano del Mizoram denunciano le
spinte che subiscono perché si convertano al cristianesimo da
parte dei loro datori di lavoro e pastori locali.
Un immigrato birmano che lavora in una fabbrica locale ad Aizawl
ha detto che i lavoratori buddhisti dalla Birmania sono stati obbligati
a partecipare ad un raduno di massa dal 17 al 20 luglio da pastori
locali e dai loro datori di lavoro cristiani che, sostengono, hanno
ripetutamente minacciato di licenziarli e di farli arrestare dalla
polizia per essere entrati nel paese illegalmente.
Un lavoratore in una fabbrica di tessuti ha riferito di aver
detto agli organizzatori dell'evento di non avere intenzione di
cambiare religione.
"Gli abbiamo detto che non vogliamo diventare cristiani.
Ci sono stati dati [allora] questi tesserini, di colore diverso [a
seconda che si fosse] di quelli che avevano accettato di convertirsi al
cristianesimo o di quelli che non lo hanno fatto" ha detto.
"Ci sono molti indiani e birmani che hanno accettato di far
parte della religione [cristiana], ma noi non vogliamo cedere su questo
punto."
I lavoratori dicono che alcuni dei pastori vengono dalla
Birmania e che anche loro erano buddhisti prima che arrivassero nel
Mizoram.
Il pastore birmano U Khin Maung Myint dice che il raduno
è motivato solo dall'intento di far conoscere meglio il
cristianesimo e che c'è infatti un certo numbero di buddhisti e
di musulmani che hanno deciso di convertirsi al cristianesimo.
"Alcuni vengono qui [al raduno] come forma di cortesia nei
confronti dei loro datori di lavoro. Noi siamo qui soltanto per
fagli conoscere Dio" dice il pastore.
"Non potevamo permettergli di andarsene dal raduno perché
ci eravamo organizzati di farlo durare quattro giorni, gli stavamo
solamente chiedendo di restare con noi sia che fossero interessati o
che non lo fossero" dice.
"Anch'io ero un buddhista e adesso diffondo il messaggio di Dio
[agli altri] solamente per salvarli."
Lo stato del Mizoram ha una vasta comunità cristiana e la
maggioranza dei circa 60.000 immigranti illegali dalla Birmania
provengono dallo stato confinante di Chin e parlano la stessa lingua e
seguono la stessa religione della maggioranza degli abitanti del
Mizoram.
Ci sono anche circa 2000 lavoratori birmani dalla divisione del
Sagaing di Amarapura, cittadine di Shwe Bo, Monywa e Kalay, che
lavorano nelle fabbriche di tessuti nel Mizoram.
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