Tradotto da Alessandro Selli.
Originale sito in:
http://www.ksridhammananda.com/index.php?option=com_content&task=view&id=47&Itemid=44
http://www.ksridhammananda.com/index.php?option=com_content&task=view&id=46&Itemid=44
http://www.ksridhammananda.com/index.php?option=com_content&task=view&id=45&Itemid=44
http://www.ksridhammananda.com/index.php?option=com_content&task=view&id=44&Itemid=44
Nota: in
origine il testo della lettera e della risposta erano custoditi in un
file disponibile alla URL http://www.ksridhammananda.com/ksri/Website%20replies.pdf.zip,
ma questo file non è più on-line. Il documento di
cui si fornisce le URL in alto contiene una versione riassunta
dell'originale (divisa in più pagine) dal quale era stata
effettuata questa traduzione. Il
file originale è disponibile però a questo indirizzo salvato
in formato Open Document.
Seconda domanda.
Domanda: Qual'è l'attitudine buddhista nei confronti
dell'omosessualità?
Venerabile,
Prima di chiederle consiglio su certi argomenti vorrei esprimere
le
mie congratulazioni al Venerabile per i suoi cinquant'anni di dedizione
al buddhismo e, ancora più importante, al bene
dell'umanità.
Negli ultimi anni mi sono state fatte domande da amici,
omosessuali
come me, interessati nell'apprendere come il buddhismo consideri gli
omosessuali. Nella società odierna è triste
constatare
come gli
omosessuali siano ritenuti "spazzatura" della società, come non
avessero
niente di meglio da fare che sfogare la propria lussuria
sessuale.
Questo stereotipo ha fomentato la discriminazione contro gli
omosessuali
sul luogo di lavoro soprattutto nei paesi orientali.
Da quanto ho capito, le religioni come l'islam e il
cristianesimo
condannano l'omosessualità, ma mi domando spesso [quale sia] il
punto
di vista buddhista. Quale omosessuale buddhista praticante, non
ho una
chiara visione in proposito. Ho letto molte delle vostre grandi opere
pubblicate, e ho anche
ascoltato dei vostri discorsi di Dhamma.
Ho anche letto alcuni siti
internet sull'argomento, ma non c'è risposta a questa
[domanda].
Queste sono alcune delle mie domande:
- il buddhismo condanna l'omosessualità?
- se un autentico buddhista praticante è anche omosessuale,
deve essere considerato in infrazione dei precetti, in particolar modo
quello riguardante l'"astensione dall'errata condotta sessuale"?
- Se due uomini si innamorano l'uno dell'altro, stanno facendo
qualcosa di sbagliato?
Ci sono molte altre domande che vorrei fare riguardo gli
omosessuali.
Diversi Venerabili hanno scritto molte pubblicazioni che spiegano le
argomentazioni razionali e la saggezza del buddhismo. Posso
suggerire
che
il Venerabile scriva un libro su "Il buddhismo e
l'omosessualità", che personalmente sento ci siano molte altre
persone con
opinioni le più discordanti a riguardo. Questo per
correggere la
visione
che la società ha degli omosessuali.
Mi fermo qui con auguri di buona salute e i migliori auguri al
Venerabile,
che possa il Venerabile continuare a guidarci e a mostrarci la via del
Dhamma.
Risposta:
Caro XXXXXXXXXX,
Grazie per la tua e-mail. Sono felice che tu abbia proposto
questo tema
perché capisco quanto sia importante nel contesto di quanto sta
succedendo
oggi nel mondo che ci circonda.
Non possiamo più fare finta che questo aspetto del
comportamento umano sia
qualcosa di cui vergognarsi e che se lo ignorassimo abbastanza a lungo
scomparirebbe da solo. Sono d'accordo che se ne debba discutere
approfonditamente in un libro, ma per farlo ci vorrà del
tempo.
Nel
frattempo spero che questa breve risposta ti possa aiutare a
familiarizzare
con l'attitudine buddhista nei confronti dell'omosessualità.
Per
cominciare, le attitudini odierne sono largamente influenzate dall'
approccio tudor-cristiano in stile biblico che è stato gonfiato
a dismisura
dalla ristrettezza mentale dell'era vittoriana inglese nel 19o
secolo.
In Asia, specialmente in India e in Cina, il sesso non è
mai
stato visto
come qualcosa di sporco a cui si potesse indulgere in modo surrettizio
e
con il solo scopo di riprodursi. Sculture in pietra nei templi
hindu in
India recano forte testimonianza del fatto che ogni tipo di
comportamento
sessuale (masturbazione inclusa) era un'espressione di KAMA, del
piacere
sessuale cui si poteva indulgere entro i limiti del Dharma, che in
questo
caso significava virtù.
Quali esseri umani siamo dotati di corpi
che bramano piaceri di ogni tipo
(non solo sessuali) - cibo, odori gradevoli, suoni ecc. Ci negassimo
tutto
ciò in quanto peccaminoso, staremmo reprimendo desideri naturali
quali
dannosi. Colui che è vittima di MAYA (l'ignoranza) vede il
corpo
come reale
e smania di soddisfarne la sua brama di KAMA.
Ma con la maturazione
dell'essere, MAYA è sostituita da VIDYA (conoscenza)
e PAÑÑA (saggezza). Quindi, quando il corpo
è
visto come illusione, quell'
essere MATURA naturalmente OLTRE la brama. Qui vediamo come
l'essere
superiore rinunci al sesso per via della sua maturità proprio
come un
bambino smette di trastullarsi con i giocattoli una volta che sia
cresciuto.
NON C'È NULLA DI INTRINSECAMENTE SBAGLIATO NEL
SESSO.
Quello che è
sbagliato è l'attaccamento ad esso e l'esserne ridotti in
schiavitù, oppure
la credenza che indulgere nel sesso possa portare alla felicità
suprema.
Questo è il problema causato dallo sfruttamento del sesso da
parte dell'
industria dell'intrattenimento di massa - disseminare il mito che il
sesso
possa condurre ad uno stato di felicità durevole.
Il terzo dei
cinque precetti che recitiamo nella nostra pratica
quotidiana dice: "assumo la regola di disciplina di astenermi da ogni
errata
condotta sessuale". Per prima cosa notiamo che non c'è
nessuna
coercizione,
nessuna paura di qualche punizione per l'aver infranto una qualche
legge
divina, ma quando comprendiamo il pericolo insito nell'attaccamento al
sesso,
intraprendiamo di nostra spontanea volontà la via (le regole di
disciplina)
per crescere e liberarcene, ossia "assumo".
Quindi prendiamo in
considerazione la "errata condotta sessuale" - qui
intendiamo proprio la condotta sessuale erronea, non ogni tipo di
condotta
sessuale. Il sesso non è proibito a quanti non hanno
scelto di
vivere nella
castità. Indubbiamente questa regola ha valore solamente per
quelli che
sono diventati monaci o monache. Questi ultimi hanno
volontariamente
assunto la responsabilità individuale di astenersi dal sesso per
concentrarsi meglio sul proprio progresso spirituale. Per errata
condotta
s'intende un comportamento che arrechi danno o alla persona che compie
l'atto
oppure al compagno/a. Questo vuol dire ad esempio che se entrambe
le
persone coinvolte sono adulti consenzienti, non minorenni, non
"attaccati"
- giuridicamente o per altra via - a qualcun altro, non
c'è
danno alcuno.
Nel buddhismo non consideriamo una qualsiasi azione
"peccaminosa" nel
senso che abbiamo trasgredito un comandamento divino. Agiamo
erroneamente
a causa dell'ignoranza per cui commettiamo una akusala kamma (azione
inetta)
che ritarda o interferisce con il nostro progresso spirituale. A
causa
della nostra ignoranza sulla reale natura delle cose (in questo caso il
nostro corpo), agiamo in modi tali da procurarci danni da un punto di
vista
spirituale.
La saggezza e la comprensione ci aiutano ad astenerci dalle
azioni
dannose, sia mentali che fisiche.
In questo quadro, il buddhismo non
vede nel matrimonio una istituzione
di ordinazione divina che improvvisamente rende il sesso una cosa
positiva.
Il sesso è un'attività umana che non ha nulla a che fare
con l'inferno e il
paradiso. Potrete notare come l'irregimentazione sessuale sia
solamente
UNO
dei cinque precetti. Uccidere è molto più grave,
perché si può danneggiare
un altro essere in un modo molto più spregevole. Il sesso
è causato da una
brama tale e quale quella per il cibo, per gli alcoolici, per la droga,
la
salute, il potere ecc. L'attaccamento ad una qualsiasi di queste
cose
costituisce akusala kamma. Il buddhismo disapprova qualsiasi tale
forma
di
brama perché ci legherebbe più fortemente al
samsara. In
più, indulgere nel
sesso può condurci ad altri mali.
Da quanto scritto puoi vedere
che il buddhismo non considera
l'omosessualità SBAGLIATA e l'ETEROSESSUALITÀ invece
BUONA. Entrambe sono
attività sessuali che coinvolgono il corpo, entrambe sono
espressioni
forti della lussuria che aumenta il desiderio di vita e perciò
ci
intrappola più a lungo nel samsara. Quando succede che due
uomini o una
coppia [di eterosessuali] si innamorino, ciò sorge dalla stessa
limitatezza umana, ossia, il non vedere il corpo come vuoto di ogni
realtà
fondamentale.
Il buddhismo non condanna gli omosessuali così
come non condanna una
qualsiasi azione errata. Agiamo per ignoranza della vera natura
delle
cose,
quindi siamo solamente colpevoli di AKUSALA KAMMA (azione
inetta). Non
abbiamo il diritto di condannare gli altri. Il nostro compito
è
quello di
aiutare gli altri a vedere che stanno agendo spinti dall'ignoranza, a
mostrare come ci si può conquistare la vera
felicità. Non
abbiamo il
diritto di condannare quelli che pensano o agiscono diversamente da
noi,
specialmente quando siamo noi stessi schiavi dei piaceri sensuali in
altre
forme. Sappiamo che quando puntiamo il dito sugli altri, tre dita
stanno
puntando verso di noi.
Insomma, l'omosessualità, come
l'eterosessualità, sorge dall'ignoranza,
e certamente non è "peccaminosa" in senso cristiano. Tutte
le
manifestazioni
del sesso aumentano la lussuria, l'attaccamento al corpo. Grazie
alla
saggezza impariamo a crescere in modo da smettere questi
attaccamenti.
Non
condanniamo l'omosessualità come sbagliata e peccaminosa, ma
neanche la
condoniamo, semplicemente perché, come altre espressioni del
sesso, ritardano
la nostra liberazione dal samsara.
Con gli auguri per il tuo progresso
nella pratica del Dhamma,
Venerabile K. Sri Dhammananda
_____________________________________________________________
Ultima revisione: 20 novembre 2009.
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