Raccolta di alcune opinioni espresse sul fatto che il buddhismo non sia da considerare una religione

Prima versione: 14 agosto 2012
Ultima revisione: 04 novembre 2014

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Diverse persone si dimostrano riluttanti a considerare il buddhismo, che non crede né si esprime in alcun modo sull'esistenza di un essere ultramondano creatore e sovrano dell'universo, che basa la sua dottrina, etica e pratica sull'esperienza personale invece che su un dogma di origine divina o su un costume sancito da un testo sacro, che rinuncia a voler assumere il potere sulla vita e i costumi della società laica entro la quale si trova ad esistere, il cui clero propugna e (in teoria! :-) vive nella coltivazione dei valori della rinuncia e della morigeratezza, che nega dottrinalmente la stessa esistenza di un'anima immortale e incorruttibile (dottina dell'anattā), una religione. Altri, molti altri, invece sostengono che lo sia, anche se una religione di una natura molto diversa rispetto a quelle semitiche monoteiste.

Senza entrare nel dibattito e astenendosi dal riportare un quadro esaustivo delle due posizioni, riporto solamente alcune notevoli opinioni a sostegno della tesi che il buddhismo sia una realtà troppo diversa da quello che comunemente si intende nel mondo occidentale con religione per l'esservene incluso, più qualche nota storica sulla denominazione storica dell'insegnamento del Buddha Sakyamuni.

Indice

  1. Indice
  2. Il Buddha non era un buddhista - Dzogchen Ponlop Rinpoche
  3. Il buddhismo e il sovrannaturale - Bhante Sujato
  4. Che cos'è il buddhismo - Sayagyi U Ba Khin
  5. Chaṭṭha Saṅgāyana - Sayagyi U Ba Khin
  6. Il buddhismo: la saggezza della compassione e del risveglio - Wu Ling, Chin Kung
  7. La storia del buddhismo - una guida concisa alla sua storia e insegnamenti - Donald S. Lopez, Jr
  8. Un viaggio nella tradizione buddhista - Pradeep Sebastian, Stephen Batchelor
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http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=6,9070,0,0,1,0

Il Buddha non era un buddhista

di Dzogchen Ponlop Rinpoche, Newsweek, 7 aprile 2010


[Estratto]

Ma questi sono insegnamenti di cosa?  Cos'è il buddhismo?  Sembra una religione, ma lo è?

Ci sono molte definizioni di religione.  Alcune sono così ampie da includere il club di giardinaggio del quartiere.

[...]

Se fate una ricerca per "religioni del mondo" troverete "buddhismo" su ogni lista.  Questo fa del buddhismo una religione?  Questo vuol dire che siccome sono un buddhista sono "religioso"?

[...]

Quegli insegnamenti descrivono ancora oggi un itinerario interiore profondamente personale che è spirituale, si, ma non religioso.  Il Buddha non era un dio, non era neanche un buddhista.   Non vi si chiede di avere più fede nel Buddha di quanta ne avete in voi stessi.

Ma il punto focale è in queste righe:

Iniziamo con il portare la mente in un modo aperto, inquisitivo e scettico a qualsiasi cosa sentiamo, leggiamo o vediamo che si presenta come la verità.   La esaminiamo con la ragione e la mettiamo alla prova nella meditazione e nelle nostre vite.  Man mano che acquistiamo profondità di visione nei meccanismi della mente, impariamo a riconoscere e a saper gestire le nostre esperienze dei pensieri e delle emozioni.  Scopriamo le abitudini del pensiero che sono inaccurate e che non sono di aiuto e
iniziamo a correggerle.  [...] In questo senso gli insegnamenti del Buddha sono un metodo di investigazione, o una scienza della mente.

La religione, d'altra parte, spesso ci fornisce le risposte alle grandi questioni della vita sin dall'inizio.  Non ci dobbiamo ragionare sopra gran che.  Impariamo che cosa pensare e credere e il nostro compito è di tenere fede a questo schema, non di metterlo in discussione.  Assumessimo gl'insegnamenti del Buddha come risposte definitive che non hanno bisogno di essere esaminate, allora staremmo praticando il buddhismo come una religione.
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Traduzione di un breve estratto da: http://sujato.wordpress.com/2010/03/11/buddhism-the-supernatural/

Il buddhismo e il sovrannaturale

di Bhante Sujato


Ma se consideriamo la cosa seriamente, il buddhismo non godrebbe dello stato di religione ai fini delle donazioni di beneficenza in Australia (e in molti altri posti).  La definizione Australiana a riguardo dice che:

«...non c'è ragione di modificare la decisione presa dall'Alta Corte nel caso di Scientology che una religione deve avere due caratteristiche: credere in un'Essere, Entità o Principio sovrannaturale; e che siano accettati canoni di condotta che rendano pratica questa credenza presso almeno una parte della comunità.  L'assenza di sottomissione indica una diversa definizione di religione.»

Questo per me è curioso sotto diversi aspetti. Per prima cosa mi chiedo se il buddhismo debba ricadere in questa definizione.  Direi infatti che decisamente il buddhismo non crede nel sovrannaturale com'è normalmente inteso - dichiarazione questa che, tuttavia, necessita di qualche chiarimento.
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Che cos'è il buddhismo

Di Sayagyi U Ba Khin (1899-1971), in: Dharma, num. 33, aprile 2010, pag. 11.

Gli insegnamenti del Buddha.

Il buddhismo non è un religione secondo l'accezione che il termine ha nel dizionario4, perché non ha il fondamento di una causa di tutto come le altre religioni.  Parlando strettamente, il buddhismo è un sistema di filosofia coordinato con un codice di moralità fisica e mentale, che ha come obiettivo l'estinzione della sofferenza e della morte.

Tratto dalla conferenza n.2 del 30/09/1951, Rangoon, Birmania.

4) nel testo segue la definizione che di religione da lo "Oxford English Dictionary", qui non riportata.
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Chaṭṭha Saṅgāyana

CD-ROM Version 3

From Dhammagiri
with many other Pali texts
Dalla terza pagina della confezione:
Il buddhismo non è una religione.  È un sistema coordinato con un codice di moralità, fisica e mentale.  Lo scopo che si prefigge è l'estinzione della sofferenza e della morte.
(Sayagyi)
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Il buddhismo: la saggezza della compassione e del risveglio [Buddhism: The Wisdom of Compassion and Awakening]

Dal primo VCD della serie che raccoglie insegnamenti dati dal Venerabile Maestro Chin Kung e letti dalla Venerabile Wu Ling. Miami, Florida, USA, 1991. Edizione: Silent Voices.  http://www.amtb.org.tw/


Cosa è il buddhismo Cosa non è il buddhismo
Il buddhismo è un'educazione della saggezza e la comprensione della vita e dell'universo.
Non è una religione.
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Nella traduzione che segue è reso un profilo storico del termine "buddhismo" e del suo uso.  Aiuta ad inquadrare il problema, ma certo non lo risolve.

La storia del buddhismo - una guida concisa alla sua storia e insegnamenti [The Story of Buddhism - a concise guide to its history & teachings]

di Donald S. Lopez, Jr., HarperSanFrancisco, USA 2001, 276 pagine, ISBN 0-06-069976-0; Introduzione, pagg.11-13

È importante notare che scrivere un'opera di un solo volume dal titolo: "La storia del buddhismo" è fare una cosa decisamente moderna e, fino a poco tempo fa, non buddhista.  Persino il termine buddhismo è di fattura recente.  Nell'Europa del XVII secolo erano solo quattro quelle che si chiamavano religioni: il cristianesimo, l'ebraismo, l'islam e il paganesimo (chiamato anche idolatria).  La storia dello studio accademico della religione sta in un certo senso sostituendo il paganesimo con una lista più lunga di -ismi: hinduismo, confucianesimo, taoismo, shintoismo, sikhismo e, naturalmente, buddhismo.  Hinduismo è un termine derivato da hind, una parola persiana che indica la valle del fiume Indo, un'area che oggi si trova in Pakistan ed è abitata da musulmani.  Lo hinduismo non ha correlazione con il sanscrito, la sua lingua sacra.  Il buddhismo è un caso un po' più complicato.  Non possiamo veramente dire con certezza come chiamasse il Buddha stesso quello che diceva.  Come abbiamo visto in precedenza, nessuna di quelle che i fedeli considerano le sue parole furono scritte prima di circa quattro secoli dopo che egli entrò nel nirvāna.  Tuttavia, quando furono messi per iscritto, lo troviamo che si riferisce a quello che ha insegnato come il dharma vinayaDharma è famosamente intraducibile; i traduttori del XIX secolo solitamente usavano "legge" per dharma.  Più di recente è spesso tradotto con insegnamenti o dottrina.  Vinaya si riferisce alle regole della disciplina monastica.  E così il Buddha aveva diviso quello che aveva insegnato in, forse, un insieme di dottrine e un insieme di regole.  Al corpo dei suoi insegnamenti si è poi fatto riferimento in sanscrito come al buddhadharma, l'insegnamento o la dottrina del Buddha, e ai suoi seguaci come ai bauddha, buddhisti.  E così esisteva in sanscrito un aggettivo, bauddha, che può essere reso accuratamente con "buddhista", anche se c'era poco consenso su che cosa includeva di preciso.

Ma il termine buddhismo è stato adottato dai buddhisti solo di recente.  Nello Sri Lanka quello che potremmo chiamare buddhismo è detto semplicemente sāsana, l'insegnamento.  In Tibet il termine usato più di frequente è nang pa'i chos, la religione degli adepti.  In Cina è fo jiao, l'insegnamento del Buddha (fo una volta era pronunciato budh in cinese).  In Giappone è butsudo, la via del Buddha.  Nel corso della storia di queste tradizioni, oltre al riconoscimento dell'India come la terra natale del Buddha, c'è poco senso di appartenenza ad una singola entità chiamabile buddhismo da parte dei referenti di ciascuna denominazione.  Queste erano, invece, come una varietà di dialetti, non sempre reciprocamente comprensibili.

Mentre la cognizione dell'appartenenza ad una stessa tradizione panasiatica tra i buddhisti era scarsa, tra i viaggiatori europei che li incontravano regnava la confusione.  È solo nel 1801 che lo Oxford English Dictionary registra l'uso del termine Boudhism, cambiato in Buddhism nel 1816 nella frase dell'autore di un contributo all'Asiatic Journal: "Il nome e le peculiarità del buddhismo hanno fortemente catturato la mia attenzione".  Nel 1829 Edward Upham ha pubblicato The History and Doctrine of Budhism, la prima opera in inglese ad avere questa parola, per quanto mancante di una d, nel suo titolo.  Ma anche alla fine del XIX secolo non era sempre chiaro chi fosse il referente e la compitazione del termine fu, in un caso famoso, alterata intenzionalmente.  Madame Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, ricordata come una delle figure di primo piano nel rinascimento buddhista nello Sri Lanka, faceva una distinzione tra le pratiche corrotte dei buddhisti asiatici, che chiamava buddhismo, e una scienza di illuminazione più esoterica chiamata budh-ismo, un sinonimo di teosofia.

È solamente con l'invenzione della categoria di religione, con i suoi componenti obbligatori di un fondatore, delle scritture sacre e di un corpo dottrinale fisso, che il buddhismo arriva ad essere considerato una religione mondiale.  Ma anche allora era considerata da molti europei una rivale del cristianesimo.  Durante il XIX secolo monaci di varie tradizioni presero a parlare di un unico buddhismo panasiatico nel tentativo di contrastare gli attacchi dei missionari cristiani e dei funzionari coloniali.  Uno dei primi tentativi di riunire il buddhismo sotto un solo credo (e una sola bandiera) fu condotto non da un buddhista asiatico ma da un teosofista, il colonnello Henry Steel Olcott.  Nel 1891 formulò una lista di quattordici principi piuttosto blandi ("1. Ai buddhisti si insegna di mostrare la stessa tolleranza, sopportazione e amore fraterno verso tutti gli uomini, senza distinzioni; e una gentilezza salda nei confronti dei membri del regno animale"), principi che, con un certo sforzo, persuase ad adottare ad un certo numero di leader buddhisti srilankesi, birmani e giapponesi.
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Traduzione di un estratto dell'articolo:
http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=9,9499,0,0,1,0

Un viaggio nella tradizione buddhista

Di Pradeep Sebastian, The Hindu, Sept 4, 2010

Il nuovo libro di Stephen Batchelor sul buddhismo provoca e lancia una sfida mentre ravviva una vecchia controversia.

Nuova Delhi, India -- Quello che Stephen Batchelor dice su quello che il Buddha veramente insegnava — che finiate per accettarlo oppure no — è innegabilmente sorprendente, bello e visionario: Gotama, ci dice, parlava della via mediana come di “un'antico sentiero su cui viaggiava la gente nel passato... Seguendolo arrivò presso le rovine una città con parchi, stagni, giardini, muraglioni, un luogo delizioso.

Stephen
      Batchelor<< Gli scorci che Batchelor ci offre mentre viaggia addentrandosi nei testi pali sono brillanti, abbaglianti e ricchi di una chiarezza penetrante. Foto: gentile concessione di www.stephenbatchelor.org
Dice al re di restaurare la città perché possa diventare un successo, perché diventi prospera e si riempia una volta ancora di abitanti...  Gotama non ha detto che il sentiero conduca al nirvana, ma al restauro di una città — il suo insegnamento, il Dhamma — come la struttura di una civiltà.”

Un cambiamento di prospettiva radicale

Il buddhismo, sostiene Batchelor, è “non una religione fondata su un credo, ma un'ampia cultura del risveglio.”  Il suo nuovo libro, Confessioni di un buddhista ateo [Confession of a Buddhist Atheist], ha ravvivato una vecchia controversia che divide i circoli buddhisti: che l'autentico cuore dell'insegnamento del Buddha sia non-teistico, non-religioso; una pratica secolare, non mistica.  Questa enfasi — sul fatto che il Buddha non abbia fondato una religione — non è nuova, ma Batchelor è uno degli scrittori contemporanei sul Buddhismo più stimati e ampiamente letti e la sua interpretazione che l'illuminazione del Buddha “aveva a che fare con un cambiamento di prospettiva radicale [piuttosto] che con l'acquisizione di una conoscenza privilegiata di una qualche verità elevata” ha provocato, lanciato una sfida (e deliziato) i buddhisti praticanti in un modo che altri scritti agnostici sul buddhismo non hanno fatto.

Nota del traduttore:
Segue la traduzione in italiano del sutta dove si racconta di questa metafora del sentiero abbandonato che si addentra in una foresta e che conduce ad un'antica città abbandonata.  Compare nel Saṃyutta Nikāya, Seconda parte, Nidāna-vagga (sezione delle condizioni), Libro I, Nidāna-saṃyuttaṃ (I sutta delle condizioni), VII Mahāvagga (Capitolo lungo), 65 La città, dell'edizione Astrolabio Ubaldini a cura di Vincenzo Talamo, Roma 1998, pag. 246.

[Dai paragrafi 1 al 18 il Buddha espone l'insegnamento del paticca samuppāda, la concatenazione di causa ed effetto]

  19. "O bhikkhu, è come se un uomo, andando per il bosco di un declivio, scoprisse un'antica strada rettilinea già percorsa da uomini d'altri tempi, la seguisse e, seguendola, scoprisse un'antica città, un'antica capitale già abitata da uomini d'altri tempi, adorna di giardini, di parchi, di laghetti, munita di mura, incantevole.
  20. "E allora quell'uomo, o bhikkhu, riferisse la cosa al re o al reale primo ministro: 'Sappi, o signore, che io andando per il bosco di un declivio ho scoperto un'antica strada rettilinea ... ho scoperto un'antica città ... adorna di giardini ... incantevole. Signore, restaura quella città!'.
  21. "E allora, o bhikkhu, il re o il reale primo ministro restaurasse quella città, e quella città divenisse in seguito prospera e
fiorente, popolosa, piena di gente, ricca e opulenta.
  "Similmente, o bhikkhu, io ho scoperto un antico, retto sentiero, già percorso da perfetti perfettamente Svegliati d'altri tempi.
  22. "E qual è, o bhikkhu, quest'antico retto sentiero già percorso da perfetti perfettamente Svegliati d'altri tempi? Precisamente questo nobile ottuplice sentiero, e cioè: retta visione, retta risoluzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di vita, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione. Proprio questo, o bhikkhu, è l'antico, retto sentiero già percorso da perfetti perfettamente Svegliati d'altri tempi. Io l'ho seguito e, seguendolo, ho compreso invecchiamento e morte, ho compreso l'origine, la dissoluzione di invecchiamento e morte e la via che conduce alla dissoluzione di invecchiamento e morte.
  23-32. "Io l'ho seguito e, seguendolo, ho compreso la nascita ... l'esistenza ... i saṅkāra ... la via che conduce alla dissoluzione dei saṅkāra.
  33. "Questo avendo compreso, l'ho spiegato ai bhikkhu, alle bhikkhunī, ai seguaci laici, alle seguaci laiche. Pertanto, o bhikkhu, la prospera e fiorente condizione di purezza, rinomata, eccelsa, è stata ben illustrata e il più largamente diffusa tra gli uomini".
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