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Data: Sat, 10 Jul 2010 23:39:50 +0200
Oggetto: Immolarsi per gli esseri senzienti
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Riedito.
Ultima revisione: 08 agosto 2010

Segue la traduzione completa dell'articolo pubblicato su http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,9331,0,0,1,0 sul monaco Moonsu Sunim, sul suo atto di autoimmolazione con il fuoco, le sue motivazioni, vita ed effetti. Sono piuttosto stanco per il lavoro fatto ma lieto d'averlo saputo completare in giornata. Questo è un atto che meriterebbe qualche riflessione e commento, e certo ne ho in mente. Ma adesso mando solo l'articolo tradotto, che è già di suo piuttosto lungo.

L'originale è stato evidentemente scritto da persone che non sono di madrelingua inglese; a volte ho quindi scelto di prendermi qualche licenza in fase di traduzione nell'idea d'aver inteso che cosa veramente volevano dire gli autori dell'originale. Qualche volta ho invece preferito una traduzione più letterale, anche se nessun italiano si sarebbe espresso in quel modo per comunicare la stessa cosa. Ma tanto credo che neanche nessun coreano si sarebbe espresso nella stessa maniera nella sua lingua.  Il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi che compare sovente nell'articolo è un progetto di costruzione di quattro dighe su altrettanti fiumi per la creazione di bacini idrici artificiali.

Un solo pensiero, però: Ven. Moonsu Sunim, che possa veramente il suo atto liberare quanti più esseri senzienti dal dolore, come lui, negli ultimi momenti della sua vita, ha saputo non esserne sopraffatto.
Fotografia funerea del Ven. Moonsu Sunim
http://www.buddhistchannel.tv/index.php?id=45,9331,0,0,1,0

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L'autoimmolazione di un monaco coreano, Moonsu Sunim

di Donggeon Kim, Solidarietà Buddhista per la Preservazione della Vita ai Quattro Fiumi, Repubblica di Corea, 7 luglio, 2010

Moonsu Sunim, i resti del corpoL'atto di autoimmolazione del monaco è stato compiuto per protesta per l'intenzione del governo della Corea del Sud di procedere con il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi nonostante l'opposizione della maggioranza assoluta del popolo coreano.

Seoul, Corea del Sud -- Un monaco buddhista, il Ven. Moonsu, ha portato a compimento l'offerta di se stesso al Buddha bruciandosi presso le sponde del ruscello di Wicheon nella contea di Kunwi, provincia del Nord Kyungsang, verso le 2 pomeridiane del 31 maggio 2010.

Al suo ritrovamento era ancora nella postura con le mani giunte di fronte al petto. Accanto al suo corpo ha lasciato la sua veste di monaco buddhista, un paio di sandali di gomma e un biglietto scritto con tre richieste. Il suo corpo era distrutto a tale punto dal fuoco che nessuno è riuscito a riconoscerlo, ma è stato identificato dal biglietto che ha lasciato.

Il testamento e le sue ultime richieste

Il 'Wicheon', dove il Ven. Moonsu si è immolato, è un affluente del fiume Nakdong, dove l'amministrazione Lee sta procedendo con la realizzazione del Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi. È stato riferito che il Ven. Moonsu sia andato a piedi al Wicheon, a circa 20 km da Jibosah (dove 'sah' vuol dire tempio), dove era rimasto a praticare l'ascetismo, che aveva acquistato la benzina da un distributore e che sembra essersi appiccato il fuoco da solo.

Il Ven. Moonsu ha lasciato un altro biglietto con le stesse richieste riportate sopra nella sua stanza al Jibosah dove risiedeva, evidentemente per informare la gente delle sue intenzioni e ultime volontà. La sua azione sembra essere il prodotto di una lunga contemplazione. Secondo il rapporto [delle autorità] aveva telefonato a suo fratello due mesi prima e gli aveva detto che avrebbe potuto fermare il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi con il suo sacrificio.

Inoltre il Venerabile Kyunwol, il grande monaco di Jibosah, ha detto di aver criticato il governo per la sua determinazione a procedere con il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi nonostante la contrarietà della maggioranza assoluta del popolo coreano [espressa] il giorno precedente la sua offerta. Dopo aver riflettuto su tutti i fattori, evidentemente il Ven. Moonsu non deve aver voluto lasciare che fossero ancora sacrificati altri esseri viventi e che abbia voluto esprimere il suo biasimo contro l'amministrazione Lee per non essersi presa cura della gente comune senza potere, risolvendosi così ad un'azione risolutiva, bruciare il suo corpo per illuminare il mondo.

Chi era il Ven. Moonsu?

Il Ven. Moonsu era un bhikkhu (monaco buddhista) dell'ordine buddhista coreano Jogye e aveva condotto una vita molto ascetica, uno stile di vita povero ma molto onesto, seguendo gl'insegnamenti del Buddha.

Era stato ordinato a Haeinsah nel 1986, aveva studiato all'università per monaci buddhisti a Haeinsah nel 1988, era entrato a far parte dell'Università del Sangha di Joong-Ang, era stato eletto presidente del consiglio studentesco dando prova delle sue qualità di leadership. Completati gli studi si è dedicato alle pratiche buddhiste nei templi Tongdosah, Dubangsah, Haeinsah, Myogwanumsah e altri ancora. Durante la permanenza a Jibosah, l'ultimo tempio dov'è stato prima di immolarsi, ha praticato zen in una stanza senza porte nelle montagne per tre anni. Mangiava una volta al giorno e tanto i suoi compagni di pratica quanto i fedeli buddhisti di Jibosah lo vedevano raramente.

I monaci suoi compagni ricordano il Ven. Moonsu come un praticante buddhista modello che conduceva una vita povera ma onesta. Era noto che fosse talmente schivo del mondo da non avere neanche un suo proprio conto in banca. Dopo la sua morte di lui non è rimasto nulla oltre una vecchia cassettiera e una raccolta di giornali di tre anni, raccolti in una pila in un angolo della sua stanza. Gli articoli personali lasciati dal monaco deceduto sono un paio di abiti da monaco buddhista, un paio di sandali di gomma e circa 100.000 Won [poco più di 65 Euro, NdT] in contanti soltanto. Appare evidente quanto fosse ligio al suo principio di non-possesso.

Perché il Ven. Moonsu si è immolato?

Il Ven. Moonsu era un monaco buddhista. Un monaco buddhista ha un precetto fondamentale, cioè di "astenersi dal prendere la vita", e così dovrebbe prendersi cura di tutti gli esseri viventi e non dovrebbe danneggiare neanche se stesso. Tuttavia, ha intrepidamente gettato via la sua vita. È stato un atto di sublime autosacrificio per proteggere tutti gli esseri viventi dall'essere uccisi e per denunciare la spietata intenzione del governo di disporre indiscriminatamente dei quattro fiumi iniziando i lavori di scavo.

Prima di morire aveva detto ai monaci suoi compagni e agli amici di dhamma: "Vorrei poter fermare il Progetto dei Quattro Fiumi gettandomi via..."

Il suo desiderio di salvare tutti gli esseri viventi lo ha condotto ad offrire la sua stessa vita.

Aveva anche detto: "L'amministrazione Lee Myung-bak deve fare tutto quello che può per i poveri e i non privilegiati, invece che per i ricchi." Nutriva anche una compartecipazione sconfinata per i poveri e i non privilegiati le cui vite vite erano diventate più pesanti e più difficili sotto l'amministrazione Lee. Aveva però chiesto all'amministrazione di fare il meglio che poteva invece di limitarsi alle critiche. Nutriva il disperato desiderio che il governo cambiasse la sua politica.

Il breve biglietto è pieno di compassione tanto per i poveri e gli svantaggiati quanto per gli animali selvatici e il loro ambiente naturale che il progetto di restauro dei quattro fiumi sta distruggendo. Senza darsi pensiero per la sua propria vita, aveva fortemente a cuore tutti gli esseri viventi, non solo gli esseri umani. Questo è il cuore di un Bodhisattva. Il cuore della compassione infinita era la sola ragione di offrire il suo corpo al Buddha.

Reazioni della società coreana

Mancavano due giorni alle elezioni locali in Corea quando il Ven. Moonsu si è immolato. Non si può concludere con sicurezza che per questa ragione abbia scelto quel giorno, ma prendendo in considerazione che uno dei temi cruciali delle elezioni locali era il progetto di restauro dei quattro fiumi non è difficile comprendere la sua intenzione di risvegliare il popolo coreano a riguardo.

Ciononostante la maggior parte della stampa e degli organi di informazione conservativi non hanno neanche fatto cenno all'autoimmolazione del Ven. Moonsu. Potrebbero aver pensato che sarebbe stato un fattore sfavorevole al partito al potere nelle elezioni.

È stata la comunità buddhista coreana che è rimasta più scioccata. Questo è successo perché è stato, nella storia del buddhismo coreano, il primo monaco buddhista ad offrirsi immolandosi per una causa sociale. L'organizzazione solidale non governativa Solidarietà Buddhista per la Salvaguardia delle Vite nei Quattro Fiumi, che ha protestato contro il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi, ha inviato un gruppo sul luogo a raccogliere tutte le informazioni disponibili quando hanno appreso del fatto il 31 maggio. Il funzionario esecutivo dell'Ordine Jogye, i monaci e le monache e i diplomati dell'Università del Sangha Joong-Ang e altri hanno tenuto una cerimonia di commiato per il Ven. Moonsu al Jibosah il 4 giugno, mentre la cerimonia di funerale nazionale si è tenuta a Jogyesah a Seoul il 5 giugno, cui hanno partecipato circa duemila persone di diversa provenienza.

Diffusasi la notizia dell'autoimmolazione del Ven. Moonsu, le organizzazioni buddhiste coreane hanno allestito un altare per gli incensi a Jogyesah e hanno tenuto sessioni continuate di commemorazione.

Le 'Preghiere per la Salvaguardia della Vita' sono andate avanti senza pausa, mentre anche il 'Forum per la Vita e la Pace' è stato condotto ogni notte da personalità famose ed esperti appositamente invitati per esaminare il significato dell'autoimmolazione del Ven. Moonsu. Nelle domeniche sono stati tenuti dei festival culturali di commemorazione.

Anche altri leader religiosi hanno partecipato a questi eventi. La 'Conferenza di Ambiente Religioso', che consiste nella Chiesa Cattolica, la Chiesa Protestante, il Buddhismo Won ed altri, ha condotto una cerimonia nazionale di commemorazione il 5 giugno in omaggio allo spirito del Ven. Moonsu che per salvare vite ha sacrificato se stesso. Alla cerimonia di commemorazione hanno partecipato circa duemila persone provenienti da varie zone [del paese], leader dei partiti dell'opposizione, incluso il Partito Democratico, leader dei gruppi ambientalisti e gruppi sociali riuniti per spingere il governo a fermare il Progetto di Restauro dei Quattro Fiumi. Si è tenuta una cerimonia di commemorazione anche al suo paese natale, Wanju, nella provincia di Jeollabukdo, in cui se ne è lodata la figura di persona retta.

Qui è successo un altro evento triste. Il Ven. Sugyeong, che si è dedicato alla protezione dell'ambiente e della vita dallo sfruttamento indiscriminato delle aree del (mnt.) Jirisahn , (mnt.) Saemankum e (mnt.) Bukhansahn, ha improvvisamente rassegnato le dimissioni abbandonando l'intera attività. Ha detto: "Sentito dell'autoimmolazione del Ven. Moonsu, ho perso ogni decisione di seguire la mia vita ipocrita, senza risolvere il problema della vita e della morte." Ha abbandonato tutto, inclusa la sua condizione di prete. È stato un altro atto di sacrificio per la protezione degli esseri viventi dall'essere sacrificati.

La devozione del Ven. Moonsu ha commosso profondamente i cuori di un gran numero di cittadini e di religiosi, ma l'amministrazione Lee Myung-bak, [nonostante ne sia] direttamente interessata, non intende cedere di un centimetro. Il governo e i partiti coinvolti sono per lo più rimasti in silenzio riguardo le ultime volontà del Ven. Moonsu e non si sonno recati in visita né hanno offerto le loro condoglianze. È un peccato che abbiano piuttosto deciso di reagire proseguendo la realizzazione del Progetto dei Quattro Fiumi facendo proseguire i lavori di giorno e di notte.

Un appello alla comunità Internazionale

Jo Haein, un prete cattolico attivo nel 'Movimento Vita e Pace', ha detto che l'autoimmolazione del Ven. Moonsu non è stato solo un suicidio, un'espressione d'ira, ma piuttosto un atto di sacro autosacrificio per tutti gli esseri viventi. Funzionari di polizia che hanno esaminato il corpo del Ven. Moonsu sono rimasti molto colpiti nel vederne [l'espressione] sorridente del volto e la sua postura retta. Pensiamo che sia un'espressione del suo ovvio e forte desiderio di salvare vite, fondato su una solida pratica ascetica. Ciononostante il governo coreano sta completamente ignorando il prezioso significato delle sue [ultime] volontà.

Anche un altro suggerimento, che raccomandava al governo coreano di eseguire il progetto parzialmente su un certo fiume a mo' di esperimento, è stato completamente ignorato.

La Federazione Buddhista Coreana rende nota la sua sincera richiesta perché tutte le organizzazioni buddhiste, organizzazioni religiose internazionali, organizzazioni ambientaliste e altre organizzazioni internazionali inviino messaggi di solidarietà e di condolescenza per il Ven. Moonsu, esprimendo la loro protesta contro l'atteggiamento del governo coreano.

Il messaggio di sostegno globale e di solidarietà espanderà nel mondo il significato sublime del sacrificio del Ven. Moonsu e avrà un ruolo rilevante per spingere il governo coreano a sospendere la crudele distruzione di vita.

Potete inviare i vostri messaggi agl'indirizzzi seguenti:

General Secretary: Woongki Jung
Buddhist Solidarity for the Preservation of Life at the Four Rivers,
Republic of Korea
WeTogether Bldg.
186-28 Jangchoongdong 2-ga
Joonggu
Seoul, Repubblica di Corea
Telefono: +82-(0)2-720-1657
Fax : +82-(0)2-720-1657
E-mail: budaeco7@hanmail.net, ilovekundun@empas.com

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L'originale in lingua inglese di questo rapporto è stato preparato da: Donggeon Ki, corappresentante
Solidarietà Buddhista per la Preservazione della Vita ai Quattro Fiumi, Repubblica di Corea.



I diritti del testo che è stato tradotto appartengono al suo Autore e/o Editore.
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