Scritto da: Alessandro Selli il 20 giugno 2011
Ultima modifica: 22 giugno 2011

In un libro letto anni fa, non ricordo quale, ho trovato questa citazione epistolare, di cui m'ero scritto un appunto a matita che mi sono ritrovato per caso oggi sotto gli occhi:

Lettera di Ch. De Brosses a De Blancey del 29 agosto 1739 (1745), in Viaggio in Italia, II, pag. 355

Ho constatato, con mia grande meraviglia, che egli [Antonio Vivaldi] non è stimato quanto merita in questo paese, dove tutto è soltanto moda, dove le sue opere si ascoltano da troppo tempo e dove la musica dell'anno avanti non si esegue più.

  Nulla di nuovo sotto il sole!  Forse, anzi, in questo, ossia nella superficialità della voracità, nella veloce dimenticanza, nella facilità alla noia e nell'incapacità di qualsiasi profondità e di orientarsi più in la del breve termine, gl'italiani hanno mosso i primi passi in Europa prima ancora che l'industria inventasse il consumismo.  Forse.  Ma fosse anche, non ci sarebbe comunque nulla di cui vantarsi.


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