Traduzione di Alessandro Selli dell'articolo di George Monbiot pubblicato su: http://www.monbiot.com/archives/2002/12/31/deliver-us-from-finity/

Liberaci dalla finitezza

Inviato il 31 dicembre 2002

Il capitalismo non è neanche matematicamente possibile, figuriamoci biologicamente sostenibile.

Di George Monbiot. Pubblicato ne: "the Guardian" il 31 dicembre 2002.

Giorno dopo giorno ci aspettiamo che le nostre vite migliorino. Fintanto che l'economia continua a crescere, pensiamo, il mondo diventerà un posto sempre più congeniale dove vivere. Questa credenza però non ha fondamenta. Se si mettono in conto fattori quali l'inquinamento e la dilapidazione del capitale naturale, si vede che la qualità della vita ha raggiunto nel Regno Unito un picco nel 1974 e negli Stati Uniti nel 1968, e che da allora non si è che andati giù.  Stiamo arretrando.

Il motivo non dovrebbe essere difficile da afferrare. Il nostro sistema economico dipende dalla crescita senza fine, eppure viviamo in un  modo dalle risorse finite. Le nostre aspettative riguardo il progresso si rivelano di conseguenza un'illusione.

Questa è la grande eresia dei nostri tempi, la verità fondamentale che non può essere profferita. È respinta con furia da quelli che oggi detengono il potere: i governi, il mondo degli affari e gli organi d'informazione, come la scoperta che la terra orbita il sole fu denunciata dalla chiesa del tardo medioevo. Dite questa verità in pubblico e sarete trattati come un disadattato, un pazzoide e un lunatico.

Il capitalismo è una setta millenarista, elevata a rango di religione mondiale. Si fonda, come il comunismo, sul mito dello sfruttamento senza fine. Così come i cristiani immaginano che il loro dio li libererà dalla morte, i capitalisti credono che il loro li libererà dalla finitezza. Alle risorse del mondo, dichiarano, è stata conferita la vita eterna.

Riflettendoci anche solo per un istante si vede che non può essere vero.  Le leggi della termodinamica impongono dei limiti naturali alla produzione biologica.  Finanche l'estinzione del debito, che è il prerequisito del capitalismo, è matematicamente possibile solo nel breve termine.  Come ha dimostrato Heinrich Haussmann, un solo pfennig [un centesimo di marco tedesco, NdT] investito al tasso composto del 5% nell'anno 0 EC avrebbe maturato nell'anno 1990 il valore di un volume d'oro pari a 134 miliardi di volte il peso del pianeta.  E il capitalismo ricerca un valore della produzione commisurato al ripianamento del debito.

Ora, nonostante lo si neghi a non finire, è chiaro che c'è un muro non molto lontano verso il quale si sta accelerando.  Nel giro di cinque o dieci anni il consumo globale di petrolio probabilmente supererà l'offerta.  Ogni anno fino a 75 miliardi di tonnellate di terreno fertile è trascinato in mare per effetto delle tecniche agricole non sostenibili, il che equivale alla perdita di circa nove milioni di ettari di terreno produttivo.  Di conseguenza si riesce a mantenere il livello di produzione di cibo attuale solamente grazie all'impiego di fosfati, ma le riserve di fosfati probabilmente si esauriranno entro ottant'anni.  Quaranta per cento del cibo mondiale è prodotto grazie all'irrigazione artificiale; ma alcune delle riserve d'acqua si stanno già prosciugando per effetto dell'uso eccessivo.

Una ragione per cui non riusciamo a capire un concetto tanto semplice quanto la finitezza è che la nostra religione è stata fondata sull'uso delle risorse degli altri: l'oro, la gomma e il legname dell'America latina, le spezie, il cotone e le tinture delle Indie orientali, la forza lavoro e la terra dell'Africa.  La frontiera dell'esplorazione è sembrata, ai primi colonizzatori, espandibile all'infinito.  Adesso che l'espansione geografica ha raggiunto i suoi limiti, il capitalismo ha spostato la sua frontiera dallo spazio al tempo: ci si impadronisce delle risorse di un futuro infinito.

Si è costruita un'intera industria sulla negazione delle limitazioni ecologiche.  Ogni giornale nazionale britannico si lamenta del "deludente" volume delle vendite natalizie.  Sky News ha dedicato gran parte dello speciale sulla vigilia di natale con servizi in diretta da Brent Cross che riferivano di tremende informazioni dei servizi segreti sul "peggior natale sul fronte degli acquisti dal 2000".  La sopravvivenza dell'umanità è stata sostituita nei giornali dai risultati trimestrali delle ditte di argenteria e scarpe da ginnastica.

Un po' per l'aver subìto il lavaggio del cervello da parte degli organi d'informazione corporativi, un po' per la portata della sfida morale con la quale li affronta la finitezza, la gente reagisce all'eresia con una furia smodata.  La settimana scorsa questa colonna trattava della competizione per le forniture globali di grano tra gli esseri umani e il bestiame d'allevamento.  Un lettore, un uomo di nome David Roucek, ha scritto per informarmi che il problema è dovuto alla gente "che si riproduce indiscriminatamente. [...]  Quando una donna ha dimostrato con ogni evidenza d'ignorare completamente il benessere delle sue creature continuando a generare figli che non può mantenere, ha commesso un crimine, un crimine che dev'essere punito.  La punizione?  Dev'essere sterilizzata per impedirle di perpetrare i suoi crimini su altri bambini innocenti".

Non c'è dubbio che una popolazione in aumento sia uno dei fattori che minaccia la capacità del mondo di sostenere la sua gente, ma la crescita della popolazione umana è di gran lunga superata dalla crescita del numero di animali d'allevamento.  Mentre il consumo del mondo ricco è da ritenersi illimitato, la popolazione umana toccherà probabilmente il suo vertice tra pochi decenni.  Ma l'aumento della popolazione è quel fattore per cui è lecito incolpare i poveri mentre i ricchi ne possono essere perdonati, per cui è il fattore che è più spesso messo in risalto.

È possibile cambiare il nostro modo di vivere.  L'economista Bernard Lietaer ha dimostrato come un sistema basato su tassi d'interesse negativi possa assicurare un maggiore valore economico alle risorse future di quelle odierne.  Portando la tassazione dall'occupazione alla distruzione ambientale i governi potrebbero tassare il consumo eccessivo fino a farlo cessare del tutto.  Ma tutti quelli che oggi detengono il potere sanno che la loro sopravvivenza politica dipende dal saper rubare al futuro per dare al presente.

Rovesciare questa contabilità è la più grande sfida che l'umanità abbia mai affrontato.  Abbiamo bisogno di ribaltare non solo gli assunti fondamentali della vita politica ed economica, ma anche la polarità della nostra bussola morale.  Tutto quello che pensavano fosse buono - dare regali sempre più esaltanti ai nostri bambini, andare in aereo al matrimonio di un amico, persino comprare un giornale - scopriamo che è anche cattivo.  Forse non ci si deve sorprendere che così tante persone neghino il problema con un tale zelo religioso.  Ma vivere in questi tempi senza sforzarsi di cambiarli è come osservare serenamente un camion che ci viene adosso.



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Tradotto il 03 marzo 2007.
Ultima modifica: 20 agosto 2007.
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